Qualcuno , evidentemente non schierato a destra, ha vandalizzato una targa di una strada Genovese intitolata ad un giovane uomo che aveva fatto una scelta politica e di vita verso un partito, il Movimento Sociale Italiano. Nel corso di una manifestazione politica nel 1970, fu colpito da una bottiglia e dopo 17 giorni di sofferenze spirò.
Ora siamo nel 2015, ma cose di questo genere accadono ancora con una certa frequenza. Non dobbiamo dimenticare quello che Genova, la Superba, fu il brodo di coltura di fenomeni violentissimi come le Bierre, dove migliaia di persone che si consideravano, a torto, per bene, approvavano tutte le violenze di omicidi operativi , verso i servitori dello Stato, l’approvazione era data dal fatto che questi uomini in divisa e i magistrati che amministravano la Giustizia nei tribunali erano considerati estranei e alieni, quindi andavano uccisi.
Genova è sempre stata imbevuta di una impropria cultura, si fa per dire, operaistica che includeva nei suoi cosiddetti valori, l’odio di classe, corredato dal mugugno per l’insoddisfazione verso il proprio stato economico, la cui colpa non era secondo questi soggetti, da ricercarsi in sé stessi e quindi nella incapacità di fondo di migliorare la propria vita ma nelle SIM, le Società Imperialistiche Multinazionali e nei loro fedeli servitori.
Inoltre basta ricordare quello che accadde nel 1960 con la battaglia di Genova, tra migliaia di manifestanti militarmente organizzati e forze dell’ordine. Battaglia , largamente mitizzata dalla sinistra militante, e presentata come una nuova resistenza contro i Missini che volevano fare un congresso nazionale proprio a Genova, un fatto intollerante per gli ex partigiani comunisti che hanno sempre considerato la piazza di Genova sacra.
Nel caso di questa lapide distrutta, ci troviamo di fronte a soggetti molto vili e patetici, che non hanno neppure il coraggio di mostrarsi e agiscono con il buio, per la paura di essere visti, riconosciuti e magari beccarsi una denuncia per danneggiamenti, questo sarebbe il pericolo maggiore a cui i valorosi vandali sarebbero esposti. Gentuccola da poco.
Roberto Nicolick