Loano. Si è chiuso con una condanna a due anni di reclusione il processo che vedeva a giudizio un’ex vigilessa di Loano, E.R., di 47 anni, accusata di aver cancellato una cinquantina di multe entrando nel sistema informatico che gestisce le contravvenzioni.
La donna (che nel frattempo è stata assegnata ad un altro incarico) è stata condannata anche al pagamento di un risarcimento danni di diecimila euro (più interessi) verso il Comune di Loano, parte civile nel processo, e due mila euro per le spese legali. L’amministrazione comunale è stata difesa dall’avvocato Paola Podestà: “Soddisfazione per la sentenza e per il lavoro della magistratura” è stato il commento a caldo del legale.
L’imputata, al quale il Collegio del tribunale ha concesso la sospensione condizionale della pena, non è stata condannata per tutti i capi d’imputazione che le venivano contestati, ma solo per i reati di frode informatica (relativamente a 33 episodi) e falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e per soppressione, distruzione e occultamento di atti.
L’ex vigilessa è stata invece assolta dall’accusa di corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio e per uno degli episodi contestati in relazione alla frode informatica (per altri 22 è stata invece pronunciata una sentenza di non luogo a procedere per prescrizione).
Insieme a E.R. erano a giudizio, con l’accusa di corruzione, due persone, R.P. e G.C., entrambe loanesi, che secondo l’accusa l’avevano pagata per vedersi cancellare alcune multe. Per entrambi i giudici hanno pronunciato una sentenza di assoluzione perché il fatto non sussiste (il pm Chiara Maria Paolucci aveva invece chiesto per loro una condanna a due anni).
Secondo l’impianto accusatorio, la vigilessa, tra il marzo del 2007 e il febbraio del 2009, avrebbe cancellato 57 verbali per favorire alcuni parenti, amici e conoscenti, in tutto 13 persone. Il sistema utilizzato per far sparire i verbali sarebbe stato semplice: la vigilessa entrava nel sistema informatico “Concilia”, il programma che gestisce le contravvenzioni, con le credenziali dei colleghi e procedeva alla cancellazione delle multe.
Una prassi che sarebbe andata avanti quasi due anni, prima che l’”anomalia” venisse rilevata. L’accusa di corruzione (oggi caduta) veniva contestata perché, secondo la Procura, in alcune occasioni, la vigilessa si sarebbe fatta pagare somme imprecisate da due persone in cambio della cancellazione dei verbali per un valore totale di circa 1.300 euro secondo gli inquirenti. Episodi che erano costati anche ai due presunti corruttori, una trentaquattrenne ed un quarantaduenne, entrambi loanesi, il rinvio a giudizio con l’accusa di corruzione.
L’ex vigilessa, difesa dall’avvocato Silvio Carrara Sutour, ha sempre respinto ogni accusa. “Potrebbe essere stato chiunque a cancellare le multe. Non ci sono prove che sia stata la mia assistita” aveva ribadito il difensore durante la discussione. Dopo la sentenza, che sarà motivata entro novanta giorni, il difensore di E.R. si è limitato a precisare: “Letti le motivazioni faremo sicuramente ricorso in Appello per tentare di ottenere l’assoluzione piena. Bisognerà vedere come hanno valutato le prove”.