Decisione scellerata

Finale Ambiente, Simonetti: “Nuova sede con tetto in amianto e a rischio esondabilità”

Finale Ambiente Finale Ligure

Finale Ligure. “Finale Ambiente ha bisogno di una sede funzionale ed efficiente. La soluzione individuata dall’amministrazione Frascherelli è stata l’acquisto di un capannone in zona industriale con il tetto in amianto e a rischio esondabilità perché parzialmente in zona rossa”. Lo afferma il consigliere comunale di opposizione Simona Simonetti che torna all’attacco dell’amministrazione comunale dopo il Consiglio comunale dell’altra sera: nel mirino la nuova sede individuata per Finale Ambiente, la società partecipata del Comune.

“La nuova sede non è stata selezionata tramite gara pubblica e non esiste un progetto di ristrutturazione (nemmeno preliminare) per cui la stima dei costi è del tutto approssimativa. In altre parole non vi è certezza dei costi, nè garanzia che il luogo sia idoneo”.

“Nonostante la minoranza abbia sottolineato l’inadeguatezza di fondare una scelta su perizie non asseverate e il rischio connesso all’esondabilità, la maggioranza ha deciso con incredibile leggerezza che Finale Ambiente accenderà un nuovo mutuo (questa volta con la formula del leasing) per la nuova sede. Il mutuo di un milione e settecentomila euro graverà prevalentemente sulla bolletta dei rifiuti”.

“Dopo l’operazione fallimentare dell’autosilos che perde circa 100.000 euro l’anno ci si sarebbe aspettato maggior prudenza. Al contrario la maggioranza di Ugo Frascherelli ha rilanciato: ci indebiteremo ancora di più”.

“Addirittura la maggioranza ha espressamente votato di rifondere all’attuale proprietario del capannone 45.000 euro per la rimozione dell’amianto. Questo nonostante il proprietario fosse obbligato a rimuovere l’amianto entro fine settembre da un’ingiunzione dall’Asl avvenuta a seguito di un’ispezione. Finale Ambiente, ciò i cittadini finalesi, a causa delle decisioni scellerate dell’ amministrazione rimborsaranno un costo che l’attuale proprietà avrebbe comunque dovuto sostenere”.

“Una delibera opaca – conclude Simonetti – in cui l’unica conseguenza certa è che il costo finirà nelle nostre bollette e che i consiglieri che hanno votato questa scelta si sono assunti una bella responsabilità”.

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