Bocciatura

Consiglio regionale, no a ricorsi contro la “Buona Scuola”

Pd e maggioranza respingono la mozione del M5S

consiglio regionale

In Liguria nessun ricorso contro la riforma della “Buona Scuola”. Lo ha deciso il Consiglio regionale, che ha infatti respinto con 8 voti contrari (Pd), 8 favorevoli (M5S, Rete a Sinistra e Stefania Pucciarelli della Lega Nord Liguria-Salvini) e 14 astenuti (maggioranza) la mozione presentata da Marco De Ferrari (M5S) e sottoscritta dagli altri componenti del gruppo che impegna la giunta a promuovere la questione di legittimità costituzionale, sulla legge statale “Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti”.

Nel dibattito sono intervenuti Gianni Pastorino (Rete a sinistra), Pippo Rossetti (Pd), Alice Salvatore, Francesco
Battistini e Andrea Melis del Movimento 5 Stelle. Per la giunta è intervenuto l’assessore alla Scuola Ilaria Cavo, che, nel preannunciare l’astensione, ha ribadito che la giunta condivide molte delle critica alla legge, ma non il metodo scelto dalla mozione per contestare la “Buona scuola”, cioè il ricorso per incostituzionalità. “Non convincono gli elementi indicati per il ricorso, a livello tecnico”, ha detto, fornendo le relative spiegazioni.

Cavo ha ribadito l’impegno della giunta nel cambiare alcuni aspetti della riforma in diverse sedi, tra l’altro in fase di decreto attuativo: “C’è un grosso lavoro da fare in nona commissione e in sede di conferenza Stato-Regioni ribadendo che la riforma non risolve problemi lasciando irrisolti molte questioni del mondo della scuola.

Andrea Melis (Movimento 5 Stelle) ha detto: “Questa riforma è un bluff”. Ha inoltre espresso timori per il futuro: “temo che l’offerta formativa per i prossimi anni sarà peggiore”. Per i consiglieri regionali del M5S alcuni aspetti della legge non rientrano fra le competenze del Governo, “ulteriori profili di legittimità costituzionale riguardano la limitazione della libertà di insegnamento, la disparità di trattamento tra i docenti immessi in ruolo sino all’anno scolastico in corso e coloro i quali saranno immessi in ruolo in base alle norme introdotte dalla legge”.

“Dubbi di legittimità costituzionale riguardano i concorsi pubblici dove per ciascuna classe di concorso o tipologia di posto possono partecipare solo i candidati in possesso del titolo di abilitazione mentre non può partecipare il personale docente ed educativo già assunto con contratto a tempo indeterminato nelle scuole statali”.

“L’immissione in ruolo risulta eventuale e appannaggio delle scelte del dirigente scolastico, col rischio che le stesse assumano carattere di arbitrarietà”.

“Viene leso il diritto al solo studio, da intendersi come formazione culturale generale e non come formazione tesa a soddisfare le esigenze del mercato del lavoro”.

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