Savona. Sarà un altro Ferragosto senza lumini a Savona? Il rischio, purtroppo, sembra farsi sempre più concreto. Se l’anno scorso a fermare la tradizionale posa a mare dei lumini nel Savonese erano stati motivi “ecologici” (la Capitaneria aveva imposto l’uso di materiale biodegradabile), quest’anno a bloccarla potrebbe essere il caldo.
Proprio a causa delle elevate temperature che si stanno registrando nelle ultime settimane infatti l’azienda che commercia un tipo di lumini interamente biodegradabili ha dei problemi tecnici con la produzione: il materiale non si solidifica abbastanza per essere tolto dagli stampi. La conferma arriva direttamente dall’Associazione Bagni Marini, organizzatore dell’evento, che si era mossa per tempo per accontentare le richieste della Guardia Costiera facendo sposare la tradizione con l’esigenza di non inquinare.
“Dopo quello che era successo l’anno scorso, ci eravamo mossi con grande anticipo per trovare un’azienda che producesse lumini biodegradabili e quindi con impatto zero sull’ambiente – spiega Enrico Schiappapietra, presidente dell’associazione Bagni Marini -. L’abbiamo trovata in Polonia e produce lumini con una cera derivata dalla soia. Per verificare che il materiale fosse realmente biodegradabile ci siamo anche fatti mandare un campione che è stato analizzato in un laboratorio di Cairo che ne ha confermato le caratteristiche”.
Dopo le verifiche erano stati ordinati e prepagati ben 50 mila lumini, ma una decina di giorni fa è arrivata la doccia fredda: “Ci hanno contattato dalla Polonia spiegandoci che le temperature erano superiori ai 30° e quindi non erano sicuri di poterci consegnare entro il 14 agosto i lumini. In pratica non riescono a levarli dallo stampo perché la cera con il caldo tende a sciogliersi” spiega Schiappapietra.
Un imprevisto che, nonostante la buona volontà dell’Associazione Bagni Marini, rischia quindi di compromettere per il secondo anno di fila la posa a mare dei lumini. “A questo punto possiamo sperare soltanto in una deroga della Capitaneria: chiediamo di poter utilizzare lumini tradizionali impegnandoci a pulire subito dopo la manifestazione organizzando un servizio di ‘scopamare’. Del resto noi la buona volontà ce l’abbiamo messa davvero tutta” spiega Enrico Schiappapietra.
La speranza comunque è che una parte di lumini biodegradabili venga consegnata lo stesso e che quindi sia necessario usare soltanto un quantitativo minimo di lumini ‘tradizionali’.
Nel caso in cui si potessero usare solo quelli non biodegradabili, gli organizzatori ribadiscono il massimo impegno per non lasciare tracce: “Non vogliamo sporcare nulla e tantomeno inquinare, ma non vorremmo rinunciare ancora ad una tradizione così cara ai savonesi. Puliremo il mare, ma confidiamo in una deroga rispetto all’ordinanza della Capitaneria di Savona che, tra l’altro, per ora è l’unica di questo genere visto che altre località liguri continuano ad usare i vecchi lumini” conclude Schiappapietra.