Cairo Montenotte. Determinati in tribunale e compatti sul campo. E’ così che la società e i giocatori del Savona Calcio hanno deciso di “rispondere” alla retrocessione in serie D ratificata oggi dal tribunale federale nazionale in accoglimento della richiesta del procuratore Palazzi come sanzione per la presunta combine con il Teramo.
Oggi pomeriggio un gruppo di tifosi degli “striscioni” si è recato allo stadio e poi ha deciso di raggiungere la squadra a Cairo, dove la squadra sta svolgendo la seconda parte del ritiro (al “Bacigalupo” si sta procedendo con il restyling del manto erboso).
La delegazione di sostenitori si è presentata davanti all’albergo dove soggiornano i giocatori e dopo una breve attesa è riuscita ad incontrare il presidente Matteo Debenedetti, mister Riolfo e alcuni calciatori appena rientrati da Vinovo (stamattina il Savona ha affrontato in amichevole la Juventus).
I tifosi hanno chiesto di poter conoscere le intenzioni della società. Una domanda simile è stata rivolta poco prima dagli stessi giocatori ai dirigenti: “La squadra è arrivata da Torino con l’ansia di sapere se la società era ancora intenzionata ad andare avanti – ha spiegato l’Ad Enrico Santucci – Abbiamo parlato con i ragazzi e sono tutti compatti e uniti con la società. Andiamo avanti fino in fondo, fin dove si può arrivare, senza tentennamenti. Il fatto di sapere che i calciatori sono rimasti uniti e che lunedì prossimo riprenderanno gli allenamenti ha un grosso peso dal punto di vista morale. Per la società, per i tifosi, per la città”.
A preoccupare sono soprattutto le “conseguenze” della retrocessione tra i dilettanti. La serie D, infatti, non è una categoria professionistica e quindi non prevede contratti né ingaggi. I giocatori del Savona, quindi, sono tutti potenzialmente svincolati e liberi di poter cambiare squadra: “Tecnicamente in questo momento il Savona Calcio è in serie D, quindi i contratti sono nulli, per cui i giocatori possono accasarsi da qualsiasi parte. Ma il fatto che questi ragazzi non abbiano voluto avvalersi di questa condizione ha un significato profondo: vuol dire che sono legati alla società e che hanno capito perfettamente che la società è pulita e vogliono andare avanti finché non ci sarà una sentenza definitiva”.
Dal canto suo, la società ha intenzione di andare avanti: “Noi arriveremo fino in fondo. Contatteremo i nostri legali per stabilire la modalità dell’appello. Contiamo di uscirne bene perché siamo dalla parte del giusto, non siamo colpevoli di nulla. Questa macchia infame che ci hanno appiccicato addosso va tolta assolutamente“.
I giocatori che hanno incontrato i tifosi, quindi, hanno garantito il massimo impegno sul campo e la massima fiducia nella società, che ha intenzione di non mollare. Il “piano d’azione” verrà messo a punto in una successiva riunione tra giocatori, società e avvocati.