Roma. La stangata per il Savona Calcio arriva per l’ora dell’aperitivo dopo una giornata convulsa e ad altissima tensione che si è consumata all’Nh Hotel con avvocati contrari su alcune decisioni adottate nel corso dell’udienza.
Per i i biancoblù non ci sono buone notizie. Per il Savona chiesta la retrocessione all’ultimo posto in classifica per la stagione appena conclusa oltre a 10 punti di penalizzazione per il prossimo anno in serie D e un’ammenda di 30 mila euro.
Per Ninni Corda richiesta la condanna a 1 anno e tre mesi, Aldo Dellepiane, presidente del Savona inibizione di 5 anni (più 80 mila euro di ammenda), per Di Lauro squalifica di 2 anni e 3 mesi e Matteini: 3 anni e 6 mesi e 60.000 euro di ammenda.
Corda ha collaborato ed ha ammesso la propria partecipazione e per lui sono stati riconosciuti i benefici dell’articolo 24 ha consentito di riscontrare elementi già emersi di altri soggetti coinvolti.
Per il Teramo Calcio la Procura federale ha chiesto la retrocessione all’ultimo posto del campionato di competenza e venti punti di penalizzazione nella prossima stagione sportiva; per Luciano Campitelli il pg Tornatore ha chiesto cinque anni di inibizione e preclusione ed ammenda di 80 mila euro. Per il Barletta chiesta la penalizzazione 1 punto per la prossima stagione.
Per L’Aquila 1 punto penalizzazione per 2015/16 e ammenda 40mila. Per Luparense penalizzazione 1 punto. Fra gli altri protagonisti, chiesti anche 4 anni e 10 mesi per il d.s. aquilano Ercole Di Nicola, 4 anni e 6 mesi per il consulente del Savona, Marco Barghigiani, e per il d.s. del Teramo, Marcello Di Giuseppe.
La Federcalcio ha indicato l’arco di tempo fra il 17 e il 21 agosto, il momento in cui arriveranno anche le altre decisioni. Inevitabilmente, i calendari di serie B e Lega Pro dovranno nascere con le sole sentenze di primo grado. Entro la fine del mese, toccherà ai verdetti di appello.
La requisitoria. Il procuratore aggiunto Gioacchino Tornatore ha iniziato nel tardo pomeriggio all’Nh Hotel di Roma la sua requisitoria sulla partita Savona-Teramo del 2 maggio scorso (partita vinta dagli abruzzesi per 2-0 con conseguente prima, storica promozione in serie B) nell’ambito dell’inchiesta Dirty Soccer che ha visto finire nei guai nomi eccellenti come Aldo Dellepiane e l’ex allenatore Ninni Corda.
“Un’inchiesta sportiva che si è svolta su atti forniti soprattutto da Catanzaro, composti da intercettazioni, provvedimenti e attività di polizia giudiziaria”, ha precisato Tornatore.
“E’ stato usato sempre un linguaggio allusivo nelle telefonate, consolidate conoscenze e reiterazione dei contatti al telefono”. Sono gli elementi su cui la Procura si è basata la requisitoria. “Ulteriori provvedimenti non appena le indagini di Catanzaro e le nostre riusciranno ad individueranno i calciatori che hanno partecipato alla combine”. E Tornatore spiega del “primo contatto tra Di Giuseppe e Di Nicola al telefono, poi Di Nicola incontra Campitelli”. “Troppa urgenza si evince dalle telefonate di quella settimana, incompatibile con la cessione di quote societarie”, ha detto Tornatore.
Prosegue la Procura con la sua requisitoria. “Nella cena di Bisceglie del 29 aprile – si sofferma il procuratore – Di Giuseppe parla a Di Nicola e Corda di voler alterare la gara non per sé, ma a nome della società. Di Giuseppe e Di Nicola tranquilli dopo il rifiuto di Marchetti e Cabeccia, perché già attivo il canale con Barghigiani”.
La Procura si è focalizzata poi sul presunto linguaggio criptico: “Si parla di orari ma si devono intendere cifre. Bisognava colmare la differenza tra le ore sette e le ore nove”.
“C’è stato un lasso di tempo di un’ora ed un quarto di quel giorno in cui nessuno ha visto Campitelli, che può essere andato il 2 maggio all’incontro con i dirigenti del Savona. Anche volendo immaginare che non si fosse recato a quell’incontro, davvero questo potrebbe modificare la ricostruzione?”. “Come può una società, nel pieno di una festa per la promozione, avere voglia di prendersi i complimenti da Barghigiani, soggetto conosciuto da alcuni tre ore prima?”, si è chiesto Tornatore.
Ancora la Procura: “Qualcosa può essere sfuggito, il dato che emerge con forza non si può contrapporre altra valida e ragionevole alternativa. La posizione di Campitelli è all’evidenza delle carte ed emerge da tutta una serie di dati, che prescindono dalla sua presenza del 2 maggio. Di Giuseppe ha sempre parlato con Campitelli, interloquito con lui sulla combine. E’ stata fornita una prova piena in ordine a tutte le contestazioni, è inutile ricordare che il livello probatorio nella giustizia sportiva sono concordanti nel dire che c’è stato illecito. Per avere prova piena ci vuole la confessione”.