Non ci sta

Ato idrico, Fracchia replica a Vaccarezza: “Con due soli bacini la Valbormida pagherà di più”

Proposta per salvare le due aziende pubbliche nella rivoluzione "idrica" che interesserà il Savonese

rubinetto senz'acqua

Garlenda. “Sandrai a far pagare l’acqua a 50.000 abitanti dell’entroterra molto di più”. Così il sindaco di Roccavignale, Amedeo Fracchia, replica all’ipotesi, lanciata ieri da Angelo Vaccarezza, di dividere la provincia in due bacini idrici (da Varazze a Finale e da Borgio a Laigueglia) con l’obiettivo di salvare la Servizi Ambientali e la Sca.

Una proposta elaborata dai sindaci di Forza Italia, con Vaccarezza come factotum, ed illustrata all’assessore regionale all’ambiente Giacomo Giampedrone nel corso di una riunione svoltasi ieri a Garlenda: due zone anziché tre, accorpando dunque la Valbormida al bacino di levante. Una mossa che nelle intenzioni dei sindaci consentirebbe di “salvare” le due aziende pubbliche, che viceversa sarebbero costrette a cedere il posto a Iren.

Fracchia però non ci sta: “Vorrei capire perché il versante padano (e si chiama così non a caso) dovrebbe unirsi con la riviera da Varazze a Finale – contesta –  Qui non si tratta di fare ‘marchette’, ma mi sembra che si stia perdendo una logica razionale… Inoltre qui non si parla solo di acqua, ma anche e soprattutto di gestione delle fogne”.

“Quantomeno mi aspetterei da Vaccarezza un confronto con tutti gli amministratori coinvolti, e non solo con quei pochi del ponente – conclude Fracchia – Questa decisione deve essere condivisa e soprattutto senza colori politici, perché l’acqua è’ un bene di tutti”.

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