Millesimo. “Finalmente un premio che mi merito”. Ci scherza su, Valeria Golino, nell’esibire con orgoglio il suo premio di “Inquieto dell’anno”: una pentola di terracotta “sghimbescio”, schiacciata da un lato e con i manici disposti in modo irregolare, con all’interno un piccolo drappo di lino con il “titolo” ricamato.
Un premio che vuole rappresentare “l’inquietudine” intesa come continuo desiderio di ricerca, uno stato d’animo che Valeria riconosce volentieri come proprio. “Sì, sono orgogliosamente inquieta – ammette – l’inquietudine è l’antidoto alla soddisfazione, che per quanto mi riguarda è un brutto sentimento. Essere soddisfatti di sé, di quel che si fa, essere tronfi, essere più contenti di se stessi che degli altri… la soddisfazione è un sentimento che non mi affascina e non mi appartiene. L’inquietudine, invece, è quella cosa che ti porta sempre altrove, che ti fa cercare gli altri. ‘Ci sei quasi’ ma non sei arrivato, sei ancora vivo, sei ‘in potenza’: l’importante è non finire di cercare, non sentirsi compiuti”.
Valeria Golino, ieri sera, ha affascinato i millesimesi con la sua umanità, il suo essere distante dallo stereotipo della star, la sua semplicità. E Millesimo ha affascinato lei: “Millesimo è bellissima – esclama – mi dicono che è uno dei borghi più belli d’Italia, se lo merita”. E per questo ieri sera dal palco Valeria ha specificato, al momento del ritiro del premio, di sentirsi “felice di essere la prima a riceverlo a Millesimo”.
Un comune che, a sua volta, si definisce inquieto, almeno nelle parole del suo sindaco Pietro Pizzorno: “Ci sentiamo curiosi e vogliosi di andare avanti, quindi questa inquietudine si sposa con la nostra voglia di fare qualcosa in più per il paese”. Anche se, ci tiene a precisare scherzosamente, “spero che la gente sia tranquilla, sennò come sindaco non mi andrebbe bene”. Pizzorno racconta poi di come il premio si è trasferito da Finale a Millesimo: “Devo fare un ringraziamento al comune di Finale, non so come sia andato il discorso – precisa – ma posso dire che noi eravamo alla ricerca di qualcosa di diverso. Abbiamo incontrato il circolo degli Inquieti e abbiamo capito che effettivamente era il diverso che stavamo cercando per rilanciare il nostro paese”.
Il denominatore comune tra i due comuni lo individua Elio Ferraris, presidente del Circolo degli Inquieti: “Siamo sempre in uno dei borghi più belli d’Italia – fa notare – Tra l’altro di Millesimo si sta scoprendo quello che molti non sapevano fosse stato realizzato: ci sono trasformazioni straordinarie, alcuni patrimoni storici sono stati recuperati come il castello, la chiesa Extramuros, c’è un lungofiume belllissimo… io credo che Millesimo, come tutta la Valbormida, soffra della crisi industriale degli anni passati e stia cercando una nuova identità. Vorremmo che questa si trasformasse in una ‘valle dell’inquietudine’ come la intendiamo noi, una valle dove brillano la curiosità, il desiderio di nuove avventure, una voglia di smuovere le acque stagnanti”.