Savona. Dopo una notte di indagini la Polizia di Stato è riuscita a ricostruire con precisione i concitati eventi di ieri sera, quando una spaventosa rissa verificatasi in via Cimarosa a Savona si è conclusa con l’omicidio di Salah Boussedra, 33 anni, tunisino senza fissa dimora sul territorio nazionale e attualmente richiedente asilo politico a Milano.
Sono circa le 22.05 quando Salah, all’interno del bar Paradiso, inizia un alterco con il connazionale Mohammed Addaji, 39 anni, anche lui irregolare in Italia e con una sfilza di precedenti per reati contro la persona, resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale, stupefacenti nonché destinatario di un provvedimento di espulsione emesso dal questore di Ascoli nel 2013. Motivo del contendere un debito di gioco di 300 euro, che Addaji doveva a Salah Boussedra: già un paio di settimane fa tra i due si era acceso un diverbio, con il 39enne che, secondo alcuni testimoni, aveva estratto un coltello e lo aveva puntato alla gola del suo creditore davanti agli occhi della propria figlia (avuta qualche anno fa con una donna italiana).
La lite ben presto degenera con i due, probabilmente anche sotto l’effetto degli alcolici, che iniziano a colpirsi con cocci di bottiglia. Nella rissa rimane ben presto coinvolto anche Abdelaziz Boussedra, 31 anni, cugino della vittima, ufficialmente senza fissa dimora ma di fatto residente in via Milano, incensurato. Secondo quanto ricostruito dalla Polizia di Stato i tre hanno continuato a colpirsi, e già in questi primi secondi Addaji avrebbe inferto il colpo letale a Boussedra, recidendogli l’arteria radiale destra.
Salah Boussedra a quel punto inizia a darsi alla fuga lungo via Cimarosa, mentre Mohammed Addaji lo insegue e Abdelaziz Boussedra cerca di difenderlo. Già abbondantemente feriti (evidenti e inquietanti le scie di sangue sull’asfalto) i tre fanno quindi irruzione all’interno dei Bagnarci, stabilimento balneare nel quale in quel momento è in corso la “Mangiabreve”, un evento che ha richiamato molti clienti dei bagni e molte famiglie con bambini.
All’interno dei Bagnarci la rissa prosegue: è un inferno, con i tre, nonostante due di loro fossero feriti e sanguinanti, che si lanciano di tutto. Volano sedie e bottiglie in mezzo ai seggioloni, mentre il sangue finisce ovunque. E’ in questi concitati momenti che un 34enne italiano, A.C., viene colpito di striscio al gomito nel tentativo di proteggere il figlio di un anno dalla furia dei tunisini (per lui, fortunatamente, solo tanta paura e alcuni lividi).
Ad un certo punto uno dei tre contendenti, Salah Boussedra, si accascia a terra all’interno dei bagni, indebolito dalle ferite: morirà dissanguato pochi istanti dopo (secondo la prima ricostruzione del medico legale la lunga corsa e la lotta avrebbero accelerato il processo, rivelandosi fatali). Il cugino Abdelaziz riesce ad uscire dai Bagnarci, ancora inseguito da Addaji, e torna verso il bar Paradiso: ma le ferite sono troppo gravi e si accascia a sua volta al suolo (verrà poi portato in ospedale per lesioni da taglio al viso e al braccio, quindi arrestato dalla Polizia di Stato e portato in carcere). Addaji a quel punto si dà alla fuga passando dalla spiaggia, ma viene catturato poco dopo all’altezza del Famila dai carabinieri intervenuti in ausilio agli agenti della Polizia di Stato.
Al termine delle indagini, la Polizia ha anche denunciato L.M., il proprietario cinese del bar Paradiso (dove è iniziata la lite) per favoreggiamento: l’uomo, infatti, prima dell’arrivo delle forze dell’ordine ha pulito il pavimento del bar, i muri esterni e il marciapiede, ostacolando di fatto le indagini.
Al momento sia il bar Paradiso che i Bagnarci sono sotto sequestro; la Polizia di Stato ha inoltre iniziato la procedura per chiudere il bar, con un provvedimento urgente del Questore.