Vado Ligure. “Quanto parliamo di capitalismo e di ‘poteri forti’ alcuni cittadini guardano noi di Rifondazione Comunista come se venissimo da Marte. Le intercettazioni relative all’inchiesta Tirreno Power dimostrano che non siamo poi così fuori dal mondo”. E’ il commento di Marco Ravera, segretario regionale di Rifondazione Comunista.
Dalle stesse infatti, fa notare Ravera, “emerge con forza che per riaprire la centrale di Vado Ligure e Quiliano si era pronti a fare ‘una porcata’, una cosa che ‘pulita non potrà mai essere’, un provvedimento che fa dire ad uno degli intercettati ‘Mi sputerei in faccia da solo! Cioè … della serie … che fai in ufficio … il bastardo’. Protagonisti dell’intercettazione sono tre funzionari del Ministero dell’Ambiente: il Dirigente Giuseppe Lo Presti, il funzionario Antonio Milillo e il componente di commissione AIA Antonio Fardelli”.
Il provvedimento infatti, nelle intenzioni dei funzionari, “sarebbe stata una legge ad hoc per permettere a Tirreno Power di porsi al di sopra della legge. Il provvedimento non fu varato, ma le intercettazioni danno un quadro dettagliato degli intrecci tra una politica con la p minuscola e affari che coinvolgono anche esponenti del Governo Renzi”.
“Un sistema perverso cui ci siamo sempre opposti – conclude il segretario di Rifondazione – forse è anche per questo che da anni lottiamo con comitati, associazioni e singoli per il diritto alla salute e contro questo modello economico e sociale”.