Uomo di sport

In ricordo del compianto “Mimmo” Tosques

Domenico Tosques

Pineda de Mar (Costa Maresme, Spagna) Giovedì 25 Giugno 2015

Quando ho visto la palla calciata dal capitano degli Allievi A della Cantera, Filippo De Benedetti conficcarsi imparabilmente tra i pali (mi riferisco in pratica al tiro di rigore con cui ci siamo assicurati la Copa Catalunya) sono esploso di gioia e di felicità per l’emozionante epilogo del torneo che con merito stavano vivendo i nostri fantastici ragazzi ma un attimo dopo non ho potuto che provare un’immensa rabbia per quanto era accaduto di recente e che da qualche giorno pesava come un macigno sul mio cuore.

La festa era esplosa travolgendo tutto e tutti con l’immancabile contorno fatto di euforia, di cori, di momenti destinati a rimanere indimenticabili. Vi ero dentro in conformità al mio ruolo di mister e di responsabile guida del gruppo ed in virtù di quella legge che impone a portare avanti il proprio compito in qualunque modo, ma nel profondo della mia anima provavo un disagio ed una pena incolmabili.

Dal martedì per il tramite di una telefonata d’avviso che mi aveva lasciato impietrito ero a conoscenza della scomparsa di un mio grandissimo amico (al cui funerale, con rammarico, non ho potuto partecipare essendo stato via per parecchio tempo). Solo durante la premiazione, ho potuto per un attimo riprendermi da quella penosa situazione in cui mi trovavo, e questo perchè guardando il cielo arrossato dal tramonto di Catalunya ho ritrovato il sorriso del mio compagno degli Juniores rossoblu del Vado FC, il fortissimo, tenace ed indimenticabile terzino destro Domenico Tosques.

Mi sono ricordato così delle tante battaglie sportive combattute insieme ed in particolare di un derby con una rivale storica (il Don Bosco Varazze del giocatore simbolo Perata) vinto per 2 a 1 in rimonta a Quiliano che ci aveva di fatto promossi campioni provinciali e in cui “Mimmo” (questo è il nome con cui lo hanno chiamato tutti coloro che gli hanno voluto bene: cosa che penso fosse impossibile non fare) era stato (generoso come sempre) il primo ad abbracciarmi dopo il mio goal di testa su calcio d’angolo che ci aveva dato la sospirata vittoria.

Quell’abbraccio che sento ancora forte, intenso e leale (qualità che lo hanno contraddistinto e sorretto) sulla mia pelle è continuato tra noi per tutta la vita anche quando le nostre strade si sono immancabilmente divise. Mimmo è diventato uno stimato ed apprezzato professore di educazione fisica (all’Istituto Ferraris Pancaldo, non lo dimenticheranno mai), simpatico, allegro, competente ed estremamente disponibile; un padre di famiglia premuroso ed apprensivo nei riguardi dei suoi splendidi figli Giada e Michele, anch’egli bravo giocatore in oggi in carico al Bragno dopo essere stato come lui ex calciatore del Vado FC; un preparato ed iperattivo dirigente della Figc (responsabile delle attività giovanili/scolastiche e vice delegato) che credeva nel fair play, nel rispetto del prossimo, nell’onestà e in tutti quei valori fondanti che dovrebbero ispirare i giovani durante la loro crescita.

Ci eravamo incontrati prima della mia partenza per Barcellona, in quella che è stata la nostra ultima volta, a Zinola al campo Levratto per compiti istituzionali ed eravano stati stupendamente bene “insieme” come sempre nel corso della nostra duratura profonda amicizia. Da tempo eravamo accomunati dal destino che ci aveva chiamato a dar prova del nostro coraggio. Mimmo con la scorza di un eroe e con la sua grandissima forza di volontà riusciva a nascondere la sofferenza perchè possedeva quello spirito del combattente che gli imponeva di non farsi compatire da nessuno (si sapeva dell’ambiente della sua implacabile malattia eppure lui tirava dritto con un coraggio da leone).

Anche quel giorno non ha cercato aiuto nè sostegno (niente commiserazione) ma ha brillantemente condotto da par suo l’intero evento con quel cipiglio che lo contraddistingueva. Voglio portarlo dentro di me, così come l’ho vissuto quel pomeriggio di primavera: semplice, vero, sinceramente amico, al pari di un fratello che vorresti avere accanto. Ciao, Mimmo! Grazie per tutto quello che ci hai insegnato: questa, caro professore, è stata la tua lezione più bella ed in tuo onore non la dimenticheremo mai…

Felicino Vaniglia a nome di tutti gli sportivi savonesi

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.