Il retroscena

Bitume a Savona, la rivelazione-shock: “Il Comune non aveva capito…”

A raccontarlo Giampiero Aschiero, questa mattina nell'incontro con i cittadini in Sala Rossa. Lanciata la raccolta firme cartacea

Savona. “Probabilmente gli assessori non avevano capito che si parlava di bitume liquido a 160 gradi, con tutti i rischi ambientali connessi: pensavano si parlasse di un deposito di bitume solido“. E’ lo scenario emerso questa mattina durante l’incontro con i cittadini delle forze politiche contrarie all’installazione di un deposito di bitume in porto, promosso in modo congiunto da Daniela Pongiglione (Noi per Savona – Verdi), Milena Debenedetti (Movimento 5 Stelle), Giampiero Aschiero (API) e Carlo Frumento (Gruppo Misto).

Una rivelazione dai contorni surreali, che, se confermata, spiegherebbe in parte il silenzio attorno alla pratica fino a pochi giorni fa, quando sotto la Torretta è scoppiata una “rivolta bipartisan” di tutte le forze politiche, da Sel a Forza Italia al M5S. Quel deposito di bitume in mezzo al porto, a 300 metri dalla Darsena e dal Palacrociere, con un volume complessivo di oltre 38.000 metri cubi, con una movimentazione ipotizzata a regime fino a 400.000 tonnellate annue, con traffico di mezzi speciali per il trasporto di bitume fuso (145°- 165° centigradi) fino a 100 camion e a un treno al giorno, ha scatenato un vero pandemonio, dando vita anche a una interrogazione scritta (firmata proprio da Pongiglione, Debenedetti, Aschiero e Frumento) e a una petizione online, lanciata dal Comitato Porto Elettrico.

Un movimento popolare così sentito da spingere il sindaco Federico Berruti, all’inizio rimasto in silenzio, a chiedere spiegazioni al Ministero sui possibili impatti ambientali e turistici che il deposito avrebbe sulla città. Come è possibile, allora, che un iter iniziato nel 2012 e condiviso dal Comune venga ora osteggiato? La spiegazione starebbe nelle giustificazioni che l’assessore all’ambiente, Jorg Costantino, avrebbe dato ai firmatari dell’interrogazione comunale.

“Ci ha detto che non avevano compreso si trattasse di bitume fuso, che produce sostanze chimiche altamente tossiche e potenzialmente cancerogene – racconta Giampiero Aschiero – ma che pensavano fosse bitume solido, e quindi con caratteristiche stabili dal punto di vista chimico”.

Un clamoroso errore di valutazione che, se vero, spiegherebbe tutti i passi successivi: “L’impianto è stato richiesto dall’Autorità Portuale nel 2011, sotto Canavese – ricorda Aschiero – Ma alla conferenza dei servizi del 19 gennaio 2012 in cui è stato dato il via libera il Comune non si è presentato. Inoltre la pratica (forse proprio per via del malinteso, ndr) non è mai stata sottoposta né all’ufficio Ambiente né a quello dei Trasporti, e non è mai stato chiesto il parere dei vigili urbani su un’opera che movimenterà fino a 100 camion al giorno. Le uniche prescrizioni date dal Comune sono state di tipo urbanistico, un settore che però ha ben poca voce in capitolo nella zona portuale”.

Ma tutto il percorso, secondo Aschiero, rivelerebbe la volontà di far passare la questione sotto traccia: “L’iter iniziò tra Natale e Capodanno, un periodo ‘semivacanziero’, il che può aver contribuito all’errore di valutazione del Comune – ipotizza Aschiero – La questione poi non è mai passata in consiglio comunale né in maggioranza, rimanendo all’interno della giunta. Quando abbiamo chiesto spiegazioni ci hanno detto di non aver capito che c’erano queste problematiche, il che la dice lunga su come è stata gestita la cosa“.

Nel frattempo la lotta contro il bitume prosegue: all’incontro di questa mattina, che ha visto in Sala Rossa più di 120 persone, è stata lanciata la raccolta firme cartacea che si affianca alla petizione online (che nel momento in cui scriviamo ha 1859 sostenitori). La speranza è quella di fermare il “mostro” prima che sia troppo tardi: la lettera del sindaco al Ministero, da questo punto di vista, è un primo passo. “Mi fa piacere che oggi il sindaco si renda conto che quell’approvazione era sbagliata – plaude Aschiero – mi auguro che ora si schieri con noi e riesca a rimediare ad un errore che comunque lo coinvolge, perché il responsabile della salute pubblica alla fine è sempre il sindaco“.

L’assessore Jorg Costantino ha però negato di aver mai parlato di bitume solido e di errori di valutazione, ribadendo la propria volontà di fermare l’opera: clicca qui per l’articolo.

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