Incubo al ristorante

Alcol, bottigliate e sangue, un morto alle Fornaci di Savona fotogallery

Finisce in tragedia il venerdì sera savonese per tre trentenni tunisini

(Aggiornamento: qui il resoconto dettagliato di quanto accaduto, qui le reazioni dei residenti il giorno dopo la paura)

Savona. Alcol,  bottigliate e alla fine un morto dissanguato. Un venerdì sera finito in tragedia a Savona dove, probabilmente per un regolamento di conti, tre tunisini sono stati protagonisti di una rissa da far west.

Alla fine uno di loro, B.S., 33 anni, senza fissa dimora come gli altri due, è morto per le lesioni riportate. Il secondo B.A., 30 anni, è stato ricoverato all’ospedale San Paolo, mentre A.M., 38 anni, è stato arrestato dai carabinieri con l’accusa di omicidio volontario.

Si parla di un debito di gioco, 300 euro, somma che uno dei protagonisti doveva probabilmente restituire al connazionale. Già alcune settimane fa pare ci fosse stato un acceso diverbio tra loro sempre per lo stesso motivo.

Secondo la prima ricostruzione degli inquirenti tutto è iniziato davanti al Bar Paradiso (da tempo al centro delle polemiche da parte dei residenti per via della folta comunità straniera che lo frequenta) ed è finito ai Bagnarci di via Cimarosa dove era in corso una festa. Alle 22 lo stabilimento balneare era ancora aperto perché era in corso una serata con famiglie e bambini, la “Mangia Breve”.

Ad un certo punto nel locale è entrato il tunisino ferito più gravemente che era inseguito dal connazionale: tra i due sono continuati a volare spintoni e, nella collutazione, sono andate in frantumi altre bottiglie e gli arredi dello stabilimento balneare.

Si sono vissuti attimi di vero terrore con genitori in preda al panico intenti a proteggere i figli, anche piccoli (un trentenne è stato anche colpito al gomito da una bottigliata per proteggere il figlio di un anno), mentre tra i tunisini continuavano a volare colpi.

I testimoni hanno vissuto momenti di grande concitazione: nel locale volava di tutto, sedie e tavolini, mentre i nordafricani si lanciavano quello che gli capitava sotto il naso.

Una cliente dello stabilimento balneare ha raccontato quello che ha visto: “Ero con i miei figli e uno degli stranieri è piombato tra la gente urlando, quello che poi è morto. Istintivamente ho pensato solo a proteggere i miei bambini. Che altro potevo fare? Avevo le gambe che mi tremavano dalla paura. Cose del genere le vedi solo al cinema o in tv”. 

Ma a fare paura erano soprattutto le bottiglie rotte (a differenza di quanto emerso in un primo momento, pare che nessuno dei tunisini avesse un coltello) che i contendenti brandivano mentre la gente cercava di guadagnare l’uscita del locale: gocce di sangue sono finite copiose sul pavimento, sulle sedie e sui tavoli.

Alla fine della rissa uno dei tunisini è rimasto a terra sulla rotonda dei bagni, l’altro era riverso davanti al Bar Paradiso, mentre il terzo si è dato alla fuga attraverso la spiaggia. All’interno dei bagni c’era anche un carabiniere fuori servizio, che ha provato ad inseguirlo.

I due feriti sono stati soccorsi dai militi della Croce Rossa intervenuti con due ambulanze che nel frattempo erano stati avvertiti dell’emergenza dalla centrale operativa del 118. Uno dei due aveva una profonda ferita all’addome (è stato medicato in pronto soccorso e, fortunatamente, non sarebbe in pericolo di vita), mentre le condizioni dell’altro sono apparse subito disperate: quando i soccorritori lo hanno raggiunto hanno cercato di rianimarlo, ma è morto dissanguato pochi istanti dopo a causa di un taglio al braccio che gli ha reciso l’arteria (verosimilmente, come accertato dal primo esame medico legale eseguito dal dottor Marco Canepa, quella brachiale o quella radiale).

Poco dopo sono arrivate le pattuglie di polizia e carabinieri che hanno iniziato a ricostruire la tragedia raccogliendo le prime testimonianze ed effettuando i primi rilievi. Nel frattempo alcune pattuglie dell’Arma davano la caccia al fuggitivo, il tunisino sospettato di essere l’omicida che, intorno alle 23, è stato intercettato e fermato sul litorale più o meno all’altezza del supermercato Famila.

Gli accertamenti dei carabinieri sono andati avanti fino a tarda notte. Il corpo della vittima è stato rimosso dai Bagnarci intorno alle 2 dopo che il medico legale Marco Canepa ha effettuato un primo esame. Ad uccidere la vittima sarebbe stata una profonda ferita al braccio, inferta quasi certamente con una bottiglia spezzata, che gli ha reciso un’arteria. L’uomo cercando di fuggire non ha fatto altro che peggiorare la situazione ed aggravando l’emorragia che poi gli è stata fatale.

Secondo alcune testimonianze i tre tunisini avrebbero iniziato a picchiarsi davanti al bar Paradiso dove probabilmente alla vittima è stato anche inferto il colpo fatale (sembra che infatti l’uomo sia entrato nello stabilimento balneare solo nel tentativo di scappare dal suo aggressore, ma nel locale non gli sarebbero stati inferti altri colpi).

Non è ancora chiaro invece se il secondo ferito sia intervenuto in difesa dell’amico oppure no (a tarda notte i due erano ancora sotto torchio da parte degli inquirenti coordinati dal sostituto procuratore Daniela Pischetola).

 

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