à l'attaque!

Un loanese a Waterloo: Andrea Puleo generale francese nella rievocazione della battaglia fotogallery

E' stato scelto per guidare 500 uomini di fanteria

Loano. Un generale “franco-loanese” alla guida dell’esercito napoleonico a Waterloo. Non si tratta dell’ultima scoperta di qualche studioso di storia moderna esperto del periodo della Restaurazione, ma di quello che sta accadendo proprio in questi giorni nella cittadina belga resa immortale dalla battaglia che ha segnato la disfatta dell’imperatore francese.

Il loanese Andrea Puleo, noto in Italia e all’estero per la sua attività legata alle ricostruzioni storiche (in gergo si dice “historical reenactment”), è stato scelto per guidare la 2^ divisione di fanteria del sesto corpo d’armata dell’esercito francese nella ricostruzione organizzata per celebrare il 200^ anniversario della battaglia.

Alla testa di 500 uomini porterà l’attacco dei soldati francesi a piedi ai reggimenti prussiani a Placenoit. Ad affiancarlo ci saranno altri “finti” generali provenienti da molte parti del mondo: Oleg Soklov di Sanpietroburgo sarà il generale alla guida degli 800 soldati della 1^ divisione che porteranno l’attacco contro gli inglesi a Hougoumont sull’ala sinistra; il londinese David Paget sarà il generale alla testa dei 500 che al centro avanzeranno a Haye Sante; il moscovita Alexey Roschin sarà il generale di brigata che comanderà i 150 cavalieri della cavalleria pesante; il francese Denis Bernard, invece, sarà il generale di brigata che dirigerà l’artiglieria.

In tutto sono impegnati oltre cinquemila figuranti, 300 cavalieri e 100 cannoni provenienti da Regno Unito, Francia, Belgio, Germania, Italia, Austria, Russia, Lussemburgo, Spagna, Portogallo, Ucraina, Repubblica Ceca, Polonia, Stati Uniti , Australia, Olanda, Svizzera che daranno vita ad una accuratissima ricostruzione storica della battaglia su due giornate, oggi e domani.

Proprio il tratto cosmopolita di queste manifestazioni è uno degli elementi che più apprezza Andrea Puleo: “In tantissimi – spiega – mi chiedono se quando prendiamo parte a queste ricostruzioni non ci sia un po’ di rivalità tra noi. Non ce n’è per nulla. Qui ci sono italiani che fanno i francesi, italiani che fanno gli scozzesi, italiani che fanno gli inglesi, tedeschi che fanno i francesi e francesi che fanno i prussiani. Tutti si impegnano e danno il massimo per la buona riuscita della manifestazione lavorando gomito a gomito e nella massima armonia. E’ una cosa molto genuina e per certi versi diversa da tantissimi sport”.

Andrea Puleo è di origine loanese, ma tra gli amanti del reenactement di tutta Europa è conosciuto e molto apprezzato per molte sue qualità: “Ho iniziato 21 anni fa facendo il soldato semplice di fanteria. Da allora ho preso parte a moltissime rievocazioni. Nel 1998 sono stato promosso caporale e in seguito ho risalito tutta la gerarchia diventando sergente, capitano e infine colonnello. Qui a Waterloo sono un generale”.

Ad aiutarlo nel suo ruolo, le sue precedenti esperienze lavorative: “Sono un ex militare – spiega – Per qualche tempo ho prestato servizio come incursore della marina. E poi so cavalcare piuttosto bene. Tutto ciò mi ha permesso di costruirmi una buona reputazione in questo settore. E poi per poter interpretare bene il ruolo occorre avere polso e essere in grado di comunicare con gli altri figuranti. Io personalmente sono alla guida di 500 soldati, che dovranno muoversi ai miei ordini cercando di rispettare i movimenti effettuati realmente dai soldati napoleonici 200 anni fa. Non è un compito facile”.

L’accuratezza storica è tutto: “Ogni battaglia viene preparata con mesi di studio – spiega ancora Andrea – Si studiano i documenti e le strategie per ricostruire con la maggiore accuratezza possibile le manovre effettuate realmente dai soldati. E’ un lavoro molto difficile perché si devono coordinare i movimenti di centinaia di persone. Che sono una minima parte di quelli che sono stati davvero sul campo di battaglia, ma richiede comunque una grande preparazione. Anche le uniformi sono in tutto e per tutto simili a quelle dell’epoca: nella maggior parte dei casi le realizziamo noi stessi documentandoci su trattati di uniformologia, nei musei o tramite gli esperti, recuperando i materiali e cucendole con le nostre mani. Il nostro è un autentico lavoro filologico”.

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