Strani crimini

Savona, il negozio fantasma che tutti vogliono e nessuno ottiene fotogallery

Il malcontento dei commercianti vicini ha raggiunto un livello tale che, ieri sera, è comparsa sulle serrande la sagoma di un cadavere e la scritta "Scena di un crimine savonese"

Savona. La leggenda narra che, dietro quelle serrande, i manichini siano ancora vestiti, con i loro Levis 501 e i Roy Rogers indosso, quasi fossero in attesa della riapertura del negozio. Ma da quell’ultima chiusura, un giorno di quasi 8 anni fa, il locale non ha mai più visto la luce.

E’ la storia di Facis, lo storico negozio di via Pia che trattava i più noti marchi del mondo dei jeans. Di proprietà di una nota famiglia savonese e gestito da due fratelli, venne chiuso praticamente all’improvviso senza alcuna svendita, tanto che, secondo i commercianti vicini, i magazzini sono ancora pieni di capi d’abbigliamento firmati. Una chiusura che all’epoca stupì (la crisi era ancora lontana), e che secondo i “vecchi” della via era da ricondurre a problemi di salute dei proprietari.

Solo che, da allora, sono passati quasi otto anni, ed il locale è sempre chiuso. Nel frattempo Savona ha deciso di puntare sul turismo, sono arrivate le crociere, e quelle cinque serrande abbassate e ormai rovinate dal tempo e dalle intemperie rappresentano, secondo i commercianti della via, un pessimo biglietto da visita.

E così il malcontento, mese dopo mese, è salito sempre più, finché ieri sera è esploso in una protesta eclatante: qualcuno ha affisso su quelle vetrine un cartello in stile CSI, con la sagoma di un cadavere e la scritta “Scena di un crimine savonese”. Quale sia il crimine è spiegato nella didascalia: “Questo locale è chiuso dal 2007 non per crisi ma volontà dei Signori proprietari”.

Il cartello è stato notato dai corridori dell’OSA (Outdoor Savona Activity) che, ogni martedì sera, partecipano all’uscita organizzata dal negozio “Lo Scoiattolo”, e da lì le immagini hanno fatto il giro del web. “Questa mattina, quando ho aperto, i cartelli c’erano ancora – racconta il titolare de Lo Scoiattolo, Marco Briano – ma alle 9 qualcuno li aveva già rimossi”.

Se l’autore del gesto è ignoto, il pensiero dietro quel cartello è comune a molti commercianti della zona. “Quelle serrande danno l’impressione che via Pia sia abbandonata”, chiarisce Briano. E a nulla sono valse le richieste di affitto da parte di altri commercianti: “Che io sappia ne sono arrivate molte, alcune anche per cifre considerevoli (nella via c’è chi parla di 5.000 euro al mese, ndr) ma i proprietari hanno sempre rifiutato senza addurre motivazioni”.

Pur di interrompere quel “muro” di serrande, e l’abbandono che rappresentano (qualche mese fa una delle tende, piena di guano di piccioni, è crollata, e sono dovuti intervenire i vigili del fuoco), i commercianti hanno provato a fare quadrato: “Come consorzio ‘I love via Pia’ abbiamo chiesto di avere almeno la vetrina centrale, per metterci una mappa della zona e qualche luce – spiega Briano – i proprietari non avrebbero dovuto nemmeno togliere la merce da dentro il negozio. Abbiamo provato anche a far intercedere il presidente della Campanassa, Carlo Cerva: ma i titolari si sono limitati a rispondere che il locale e la merce all’interno sono loro, e che ne fanno ciò che vogliono”.

E così le serrande di Facis rimangono abbassate. Nonostante la posizione strategica, nonostante le proposte, nonostante il malcontento, nonostante i cartelli. La leggenda narra che i manichini all’interno attendano: chissà per quanto ancora lo dovranno fare.

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