Il giorno dopo

Omicidio suicidio di Albenga, la madre di Loredana: “Ha ucciso mia figlia e lo Stato che cosa ha fatto?” fotogallery video

In tribunale a Savona era pendente una richiesta di protezione contro gli abusi familiari

Luciana colucci

Albenga. “Mi hanno ammazzato mia figlia. Questa é la legge italiana, non é giusto lasciare dei criminali in giro. Siamo in Italia, denunce su denunce e che fine hanno fatto queste denunce. Andava tutti i giorni in caserma. Speriamo che mia figlia non sia morta inutilmente”. Lo dice con tanta rabbia in gola Luciana Colucci, la mamma di Loredana, la donna uccisa a coltellate ad Albenga. “Non é giusto, non é giusto. Ha vissuto mesi di terrore. E lo Stato che cosa ha fatto? Le tragedie succedono lo stesso”, continua a ripetere.
E’ arrivata dalla Puglia dopo aver saputo della tragedia della figlia.

E nelle indagini spunta anche la premeditazione. I carabinieri non hanno trovato un coltello nella casa di Garlenda dove abitava l’assassino. Forse lo aveva in tasca ieri mattina quando ha incontrato la ex moglie per ucciderla.

Qualcuno ha appoggiato un mazzo di fiori sul gradino del palazzo e un procedimento per la protezione contro gli abusi familiari pendente al tribunale civile con un giudizio che doveva arrivare, forse entro la fine di giugno.

E poi c’é il dolore di una madre e la rabbia sottolineata dalla gente che passa davanti a quel portone del caseggiato rosa perché la giustizia é arrivata tardi. Sentimenti e giudizi si mischiano 24 ore dopo la tragedia che ha lasciato senza fiato gli albenganesi e due figlie di Loredana Colucci, 41 anni, massacrata a coltellate dall’ex marito giardiniere di 52 che comunque aveva accettato la separazione definitiva. Non lo faceva dormire il fatto che lei, nel frattempo, avesse allacciato una relazione con un altro uomo. Un delitto che trova la sua origine nella gelosia.

Il fratello di Mohamed Aziz El Mountassir, giardiniere cinquantaduenne, originario di Rabat, lo stava convincendo ad allontanarsi da Albenga e la Riviera. “Vieni da me a Rimini, ti rifai una vita nuova e non ci pensi più”. Parole che gli rimbombavano in testa pensando anche alla figlia quattordicenne che frequenta le scuole medie ad Alassio e alla sua ex moglie che stava per mettere la firma su quella pratica di separazione che l’avvocato di lei, Andrea Anfossi, aveva predisposto.

“C’era quella pratica e anche il procedimento pendente per la protezione contro gli abusi familiari – spiega il legale – I giudici del tribunale civile si dovevano esprimere su questa mia istanza depositata diversi mesi fa. Forse nelle prossime settimane sarebbe arrivato quel verdetto che magari metteva il cuore in pace alla mia assistita”. Si perché anche Loredana Colucci, di notte, non riusciva a dormire. Alle amiche fidate raccontava di avere il fiato sul collo di quell’uomo che eppure, a detta del suo avvocato Mauro Vannucci, “aveva messo la testa a posto dopo due mesi trascorsi in cella e una condanna a due anni sulle spalle decisa dal tribunale penale di Savona”.

E poi ci sono le figlie. La figlia piú grande questa mattina passeggiava davanti al palazzo. “Non voglio parlare”. Ed é comprensibile.

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