Il caso

L’ex sacerdote di Savona Giorgio Barbacini e la sua latitanza dorata tra Marocco e Svizzera

Aveva il passaporto scaduto ed era rientrato in Italia ad arrestarlo sono stati carabinieri

carcere marassi

Albenga. Svizzera e poi le coste dorate del Marocco. Credeva di poterla fare franca Giorgio Barbacini, l’ex sacerdote di Savona che, alla soglia degli 80 anni di età, è finito in carcere per scontare una vecchia condanna a tre anni e mezzo per abusi sessuali nell’ambito clericale savonese. Dall’estero aveva comunque sempre mantenuto contatti con persone che ora rischiano di finire nei guai.

>A tradirlo, durante una latitanza che durava ormai da anni è stata una sua imprudenza. Il passaporto che aveva in tasca stava per scadere e quindi era rientrato a Lusignano d’Albenga. E’ qui che i carabinieri del comandante Sandro Colongo lo hanno rintracciato e arrestato. Fine della sua latitanza e porte del carcere aperte per scontare la pena della Cassazione passata in giudicato.

Negli anni duemila aveva violentato decine di giovani extracomunitari di cui doveva prendersi cura.  Violenza sessuale aggravata e continuata sono le ragioni che nel 2004 avevano spinto il sostituto procuratore Giovanni Battista Ferro a chiedere sei anni di carcere per l’allora prete, coordinatore della casa d’accoglienza Migrantes della diocesi.

E al termine del processo avviato prima dal pm Danilo Ceccarelli e quindi diretto dalla collega Chiara Venturi con rito abbreviato Giorgio Barbacini è stato condannato a tre anni e sei mesi, sentenza passata in giudicato in Cassazione nel 2006.

Per dieci anni Giorgio Barbacini ha fatto perdere le proprie tracce. Fino a quando non è finito nella rete dei carabinieri albenganesi.

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