Tradizione

La ricchezza negli oggetti dimenticati: il baratto rinasce a Toirano fotogallery

Lungo la provinciale è stato allestito un vero e proprio "mercatino del baratto"

Toirano. Restituire il giusto valore alle cose (specie quelle che all’apparenza sono inutili e ormai da buttare), rimettere in circolo una “ricchezza” della quale magari ci si è dimenticati e soprattutto aiutare chi si trova in difficoltà.

E’ una pratica molto antica, ma come accade nei momenti di crisi come quello che sta attraversando il nostro è tornata ad essere molto di moda. E’ il baratto, che a Toirano ha assunto le dimensioni della vera e propria realtà commerciale grazie al “mercatino” allestito in un magazzino lungo la provinciale da Michele De Francisci.

L’idea nasce qualche tempo fa sulla scorta di un’altra iniziativa sociale: “Due anni fa – spiega – io e altri toiranesi abbiamo dato vita ad un Gas, un Gruppo di Acquisto Solidale: essendo formati da molte persone e rivolgendosi direttamente ai produttori, questi gruppi riescono ad acquistare merci e beni di consumo a prezzi più contenuti. Visto il momento di crisi, si trattava di un’iniziativa sociale molto importante, ma purtroppo a causa di alcune questioni interne al gruppo la cosa non ha funzionato”.

L’idea del “mercatino” è nata per caso ad agosto dell’anno scorso: “Un giorno ho incontrato un vecchio amico che purtroppo a causa di alcuni problemi finanziari si era ritrovato a dover dar via, a vendere tutti gli oggetti che aveva in casa. Questo solo per sopravvivere. In seguito ho incontrato altre persone che si erano trovate nella stessa situazione. Ciò mi ha colpito molto e così ho deciso di sfruttare la struttura del Gas per creare un mercatino del baratto“.

Per Michele De Francisci il concetto di scambio è diverso dal solito ed ha regole piuttosto precise: “Chiunque voglia entrare a far parte del circuito cedendo o acquisendo un oggetto presso il nostro mercatino deve prima iscriversi ad una specie di registro. Ad ogni cosa che viene lasciata è assegnato un valore in punti. Ogni punto vale due euro, quindi se un determinato oggetto vale due punti, ciò significa che secondo noi ha un valore di quattro euro. Questo valore non decade nel tempo: se una cosa vale cinque punti quando viene comprata, essa varrà cinque punti anche uno o due anni dopo. Questa è la prima differenza rispetto ad un mercatino dell’usato”.

“Ogni volta che un iscritto lascia un oggetto, il valore (in punti) di quell’oggetto va ad incrementare il ‘credito’ accumulato dal socio, che dal mercatino potrà prendere un oggetto che gli interessa di valore pari o anche inferiore anche subito. Ciò garantisce l’equità dello scambio. Non c’è un passaggio di denaro vero e proprio, ma solo uno scambio di oggetti così come avveniva in passato”.

C’è però una piccola novità: “Purtroppo abbiamo delle spese. L’affitto del magazzino e le utenze, per esempio. Inoltre, i nostri collaboratori percepiscono un piccolo compenso. Per questo, su ogni oggetto che ‘esce’ tratteniamo mezzo punto (cioè un euro) e il 10 per cento del valore totale della merce portata via. Questo ci permette di far fronte alle spese”.

Ma non bisogna credere che il mercatino del baratto di Toirano sia un business: “Finora non sono ancora riuscito a rientrare una volta dell’affitto del magazzino. Ma non è un problema. Il mercatino ha altri scopi“.

Che sono prima di tutto sociali: “Con il mercatino collaborano persone che si trovano in difficoltà. Questo piccolo lavoro consente loro di avere un piccolo introito. Insomma, con il nostro mercatino del baratto abbiamo creato nuove possibilità occupazionali per soggetti che stanno attraversando un momento non felice. Dal punto di vista dei nostri utenti, invece, chi deve ‘vendere’ perché magari ha bisogno di acquisire un altro oggetto non è costretto ad aspettare che arrivi il cliente interessato a ciò che sta dando via (come avviene nel classico mercatino dell’usato) ma, se l’oggetto è nel nostro magazzino, può effettuare lo scambio praticamente subito”.

Ma non solo: “Un altro obiettivo è anche quello di ricostruire nelle persone la consapevolezza del valore degli oggetti, soprattutto quelli che abbiamo in casa e che ormai abbiamo ‘dimenticato’. Ogni cosa, dalla più piccola alla più grande, ha un intrinseco valore dato dal materiale con cui è stata realizzata, dal tempo necessario alla sua fabbricazione, dal denaro che è stato necessario pagare per acquistarla. Quando qualcosa non serve più la si butta via: con il baratto, invece, ogni cosa ha un valore e permette di acquisire un altro bene che magari serve davvero”.

Al mercatino vengono lasciati oggetti in condizioni più o meno discrete, ma anche oggetti non più funzionanti o che necessitano di riparazioni. A volte ad occuparsene è il personale del magazzino, ma altre volte gli oggetti vengono lasciati così, in modo che ad incaricarsene sia il cliente che lo acquisisce. In questo modo viene incentivata quella antica pratica, risalente al tempo dei nostri nonni, che quasi imponeva di provare a riparare un oggetto in ogni modo prima di gettarlo via e comprarne uno nuovo.

C’è poi un aspetto ambientale: “Da quando abbiamo aperto la quantità di spazzatura a Toirano è diminuita, segno che la gente prima di buttare via qualcosa ci pensa due volte e magari si rivolge a noi”.

Il prossimo traguardo è molto ambizioso: “Vorrei creare una nuova versione del mercatino in cui anziché prelevare un altro oggetto, chi viene a lasciare qualcosa può portarsi via in cambio del cibo. Questo sarebbe davvero importare”.

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