Anniversario

Il ministro Orlando a Vado Ligure: “Fiero di essere alla festa della fondazione Anpi”

orlando cairo

Vado Ligure. “Essere qui significa sentire ancora, come noi tutti oggi ancora sentiamo, la forza morale di quell’imperativo, al quale non possiamo e non potremo mai sottrarci. Né io, né voi, né il popolo italiano”. Lo ha detto il Ministro della Giustizia Andrea Orlando che ha partecipato oggi alla cerimonia per il 70° anniversario di Fondazione dell’A.N.P.I. di Vado Ligure.

Nella sua orazione ufficiale Orlando ha ricordato le parole del Capo dello Stato Sergio Mattarella in occasione del settantesimo anniversario della Liberazione. “Ha voluto dedicare un passaggio cruciale del suo discorso di commemorazione alla “nervatura di valori e di significati” che compone la struttura vivente di un Paese. Quella nervatura, quel legame, quel “punto di connessione” è, per il popolo italiano, rappresentato indissolubilmente dalla Resistenza. Noi siamo abituati a ripetere, senza badarci troppo, che uno Stato laico, liberale e democratico qual è la Repubblica italiana, nata dalla guerra di Liberazione dal totalitarismo nazifascista, rimane rigorosamente neutrale rispetto alle scelte individuali di valore che ciascuno compie, nel corso della sua esistenza. È vero. È bene però avvertire che questa laica neutralità, tanto preziosa, è tutt’altro che indifferenza – ha sottolineato Orlando – In particolare, non è indifferenza ai valori di libertà, di pace, di giustizia, di solidarietà, che anzi costituiscono il vero “fondamento etico” della nazione, per dirla ancora con le parole del Presidente Mattarella. Non si tratta di un fondamento logico, di un astratto teorema ragionato nei libri dei filosofi o magari dedotto grazie alle dotte disquisizioni dei giuristi. Si tratta invece di un fondamento storico, che è stato conquistato con la lotta dagli uomini che hanno fatto la Resistenza”.

Ancora il ministro: “A quella stagione appartengono anche le lotte operaie dell’inverno del ’43, esplose a Genova, ma anche a Vado, in Valbormida, a Savona, quasi un’anticipazione dello straordinario sciopero del 1° marzo ’44. Oltre a mettere in difficoltà lo sforzo industriale bellico, quella imprevista combattività di migliaia di operai dimostrava che il partigianato, che in quei mesi cominciava a manifestarsi, non poteva più essere ricondotto a sporadici episodi di banditismo, come ripeteva la propaganda nazista e fascista, ma aveva un significato più ampio e più vasto, di opposizione di larghi strati della popolazione alla feroce dittatura”.

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