Finale Ligure. I ricordi sono tutt’altro che sbiaditi. Molti finalesi non hanno cancellato dalla memoria una data: 27 maggio 1939. Quel giorno, erano le 15,30, nell’hangar dello stabilimento aeronautico Piaggio & C. si sviluppò un incendio che provocò danni ingenti.
Una vicenda he viene anche ricordata benissimo dall’Archivio Storico del Comune di Finale Ligure. A seguito dell’accaduto fu fatta richiesta al Ministero dell’Interno la proposta di assegnare un riconoscimento al valore civile per coloro che avevano operato per lo spegnimento delle fiamme.
“Quel giorno – come ricorda Angelo Tortarolo, studioso e appassionato di storia locale- si erano distinti nelle operazioni per lo spegnimento il capo magazziniere Valerio Aloise, nato a Sampierdarena il 9/9/1898 e residente a Finale Ligure. Stava procedendo al riempimento di un fusto di benzina quando una fiammata vicino al fusto, sicuramente causata da un corto circuito, scatenò l’inferno. Nello stesso istante che interruppe l’operazione sentì anche le grida d’allarme di altre persone presenti sul luogo che avevano notato il fusto avvolto dalle fiamme.
Aloise per evitare che il fuoco si estendesse e soprattutto nell’interno del deposito sottostante, contenente 18 quintali di benzina, si slanciò sul fusto e senza badare al pericolo cui andava incontro lo spinse fino all’uscita dell’hangar”.
Nel compimento dell’atto coraggioso quel giorno Aloise fu investito dalle fiamme ed avrebbe certamente riportato ustioni gravissime e mortali, senza il prontissimo intervento del caposquadra Domenico Monleone, nato a Finale Ligure il 12/6/1897. Questi, che prese pure parte alle primissime operazioni per l’estinzione del fuoco, visto il pericolo nel quale si trovava Aloise, lo distaccò a viva forza dal fusto, riuscendo in breve a spegnere le fiamme dalle quali era stato avvolto ed a salvarlo da morte inevitabile.
Indubbiamente il fuoco si sarebbe anche appiccato ai velivoli e all’altro materiale esistente nell’hangar, senza la fulminea mossa dell’Aloise, giacché le prime fiammate del fusto avevano raggiunto l’ala destra di un velivolo, immediatamente soffocate dal caposquadra Monleone, coadiuvato dall’operaio David Emilio di anni 50 di Finale Ligure. Altri operai concorsero ad allontanare ancora di più il fusto in fiamme a spingerlo sulla spiaggia antistante e furono: Zucchello Ermenegildo di anni 32 e Lai Salvatore, di anni 31.
L’Aloise, nel compimento del suo atto valoroso riportò ustioni varie alle mani e al viso, guarite in sette giorni. Più leggermente ustionati gli operai Zucchello e Lai, guariti rispettivamente in tre e otto giorni.
L’azione dell’Aloise, assecondato dal caposquadra Monleone, che non riportò ustioni grazie al suo ammirevole sangue freddo, impedì un gravissimo disastro che avrebbe colpito economicamente la ditta proprietaria e più ancora economicamente e moralmente la Nazione, giacché nell’hangar erano depositati una ventina di velivoli dei quali dieci trimotori Idro Cant. Z. 506, quasi pronti per il volo e parecchi già carichi di benzina, pari ad un valore di circa 40 milioni di lire.
Da un verbale dei carabinieri risulta che il maresciallo maggiore comandante della Sezione Carmine Romeo, il maresciallo Galli e altri due militari si trovavano sul piazzale esterno dello scalo ferroviario di Finalmarina quando notarono un’insolita grossa fumata uscita da un hangar dello stabilimento Piaggio.
Ritenendola anormale e foriera di qualche grave sinistro, subito si avviarono in quella direzione e quando già varcarono l’ingresso principale dello stabilimento la sirena dava il segnale d’incendio. Le fiamme, però erano già state domate dal personale. I carabinieri notaro che l’opera compiuta dall’Aloise fu subito apprezzata, valutata ed elogiata da tutti gli accorsi in luogo e specialmente dai dirigenti e dalle maestranze in generale, che elogiarono e si complimentarono pure di quella successiva compiuta da Zucchello e dal Lai.
A seguito dell’accaduto il Comune di Finale Ligure in data 31/8/1939 scrive alla direzione dello Stabilimento Piaggio: “Riferendosi all’incendio del 27 maggio corrente anno sviluppatosi nel codesto stabilimento, Vi prego di volermi far sapere se sia il caso di qualche proposta di ricompensa al valor civile nel riguardo di coloro che si sono prodigati nell’operazione di estinzione. Il Podestà Cav. Ascenso Settimo”.
Il 13 settembre 1939 la Rinaldo Piaggio & C. risponde: “Ci riferiamo al Vs. stimato foglio…. I dipendenti di codesto Stabilimento che si sono distinti nello spegnimento dell’incendio del 27 maggio u.s. sono il Sig. Aloise Valerio, capo magazziniere e gli operai Zucchello Ermenegildo fu Ferdinando – classe 1906 – manovale e Lai Salvatore fu Francesco classe 1907 aggiustatore e specialmente per questi due ultimi data l’abnegazione colla quale si sono slanciati per lo spegnimento dell’incendio riterremo che una proposta di ricompensa al valore civile li ricompenserebbe del loro disinteressato gesto”.
Il Podestà Cav. Ascenso Settimo segnala al Ministero dell’Interno : “Viste le disposizioni in materia di ricompense e di valore civile delibera di segnalare al competente Ministero dell’Interno i fatti di cui sopra ed in particolare l’atto coraggioso e generoso dell’Aloise Valerio, compiuto con gravissimo pericolo di vita, su cui il Ministero dell’Interno meglio di chiunque può esprimere un giudizio per l’assegnazione delle meritate corrispondenze”.
Dalla corrispondenza trovata non risulta nessuno scritto che determini che l’assegnazione sia stata effettuata. “Dalla lettura ho notato che in alcuni documenti si dà più attenzione alle persone di Zucchello e Lai ed in altre solo all’Aloise e che sono completamente tralasciate persone che hanno attivamente collaborato allo spegnimento delle fiamme”, dice Tortarolo.