Savona. “L’abbiamo detto e ridetto: i vertici dell’istituto penitenziario di Savona sono presenti solo sulla carta”. Il Sappe, il sindacato degli agenti di polizia penitenziaria, punta di nuovo l’obiettivo sul carcere di Savona, dove si sarebbe verificata “una serie di errori sulla gestione dei detenuti ha portato che gli stessi abbiano inscenato una protesta con il non rientro nelle rispettive celle dopo l’ora d’aria“.
“Il tutto – spiega il sindacato – sarebbe stato originato dalla presenza di un detenuto affetto da tubercolosi. La direzione del carcere avrebbe sottovalutato i rischi collegati ad un eventuale contagio, visto che l’istituto di Savona non possiede settori per isolare da un punto di vista sanitario il detenuto con questa patologia infettiva“.
La presenza di un carcerato malato di Tbc non è una novità. “Nel giro di alcune decine di giorni i casi di sospetta Tbc sono diventati ben quattro e ciò ha innescato la protesta dei restanti detenuti. Sarebbe stato opportuno che la direzione, con il sanitario dell’istituto, lo avesse spostato in un altro istituto idoneo, per un’adeguata assistenza”.
Il segretario regionale del Sappe Michele Lorenzo afferma che “è indispensabile che la direzione attivi la procedura di controlli medici sul personale che ha avuto contatti con i detenuti. Ma è inconcepibile che nel carcere di Savona non ci siano adeguate dotazioni di protezione individuali per proteggere il poliziotto nelle sue attività lavorative, come la perquisizione o, in casi limiti, durante interventi in presenza di sangue. Allo stesso modo, è inconcepibile che non vi sia alcun protocollo d’intesa con le strutture sanitarie locali o alcun corso di preparazione su come intervenire in presenza di detenuti con sospetti casi di malattie a rischio contagio“.
Il sindacato ha deciso di attivarsi in altro modo: “Giovedì alle 9.30 si terrà una conferenza stampa dove avremmo modo di rappresentare tutte le criticità originate dalla disattenzione dei vertici di Savona, oggi ancora in ‘part time’ con l’istituto di Chiavari. Tutto questo non collima con il concetto di attenzione verso i problemi che coinvolgono la polizia penitenziaria ed il mondo penitenziario in tutti i suoi aspetti”.