Savona. La scuola si prepara a tornare in piazza. Domani alle 17.30 piazza Sisto IV a Savona sarà teatro di un nuovo presidio organizzato dai sindacati di categoria dopo l’insoddisfacente incontro con il governo sui punti della vertenza sollevati nello sciopero dello scorso 5 maggio. Al centro delle proteste c’è ancora la riforma ribattezzata “La buona scuola”.
“Se Renzi vuole aprire realmente il confronto con chi nella scuola vive – fanno sapere da Cgil – deve essere disponibile a cambiare radicalmente il disegno di legge. Il confronto lo chiediamo sul merito e sul serio, non con i tweet. Deve essere chiaro a lui e al Governo che non ci accontentiamo di semplici aggiustamenti a un disegno di legge inaccettabile e autoritario che colpisce la dignità, i diritti e la libertà di docenti, Ata e studenti senza migliorare la qualità della scuola pubblica. Lo sciopero del 5 maggio 2015 ha confermato che sul merito della brutta scuola non c’è consenso. Renzi se ne faccia una ragione, non servono le sue lezioni con lavagna e gessetti”.
La mobilitazione non riguarderà ovviamente soltanto Savona: “In questi giorni cresce e si allarga la mobilitazione e tutti i tentativi del Governo di dividere il fronte della protesta sono falliti. Le proposte delle organizzazioni sindacali sono chiare e precise su precari, dirigenti scolastici, difesa della contrattazione e rinnovo del contratto nazionale. Non escludiamo nulla compresi ulteriori scioperi e non ci faremo intimidire da nessuno. Discuteremo con il personale della scuola, con gli studenti e le famiglie dell’andamento del confronto e su come proseguire le lotte, ricercando sempre il massimo consenso. La nostra gente ci chiede unità, ma anche coerenza, non molliamo perché sono in gioco la scuola della Costituzione e la democrazia”.
“Riformare la scuola è giusto e necessario – osservano i sindacati – ma non è certo possibile attraverso decisioni unilaterali del governo. La vera buona scuola si fonda su democrazia, stabilizzazioni, collegialità, contrattazione e finanziamenti. Vogliamo difendere i principi fondamentali della scuola pubblica”.
“Le modifiche apportate al ddl della cosiddetta “buonascuola” non intaccano l’impostazione aziendalista e non risolvono i problemi della stabilizzazione dei precari. Riformiamo la scuola, ma riformiamola insieme”, concludono i sindacati.