Savona. Si è conclusa questa mattina in Camera di Consiglio la discussione del procedimento relativo alla richiesta di confisca per i beni dell’imprenditore Pietro Fotia avanzata dalla Direzione Investigativa Antimafia di Roma.
Davanti al tribunale del Riesame di Savona oggi hanno preso la parola il pm Ubaldo Pelosi e i difensori dell’imprenditore che hanno esposto le loro conclusioni sulla base della perizia contabile redatta dai commercialisti torinesi sul patrimonio di Fotia. Al termine dell’udienza i giudici del Collegio si sono riservati di decidere (il verdetto è atteso nei prossimi giorni).
Scopo dello studio patrimoniale era “verificare la sussistenza dei presupposti oggettivi delle misure richieste”. Un quesito che, in termini meno tecnici, si è tradotto in un lavoro di analisi sui beni di Fotia alla fine del quale i periti hanno stabilito se il patrimonio dell’imprenditore è proporzionato alla sua attività e a quanto dichiarato al Fisco. Uno studio che la difesa di Fotia aveva accolto con ottimismo.
Questa non è la prima volta che in tribunale si discute riguardo la confisca dei beni dell’imprenditore: il Riesame tuttora in corso infatti è stato disposto dalla Cassazione dopo che la Procura di Savona aveva presentato un ricorso contro il rigetto della prima misura di sicurezza patrimoniale sul complesso dei suoi beni e delle attrezzature della sua azienda.
I giudici savonesi si erano infatti già pronunciati sulla richiesta di confisca dei beni dei Fotia respingendola. Decisione contro la quale la Procura aveva appunto presentato un ricorso alla Corte di Appello di Genova, che lo aveva giudicato “inamissibile” (la competenza in questi casi infatti non spetta a loro). Facendo valere il “principio di conservazione degli atti” i giudici genovesi avevano inoltrato il ricorso ai colleghi della Cassazione, competenti in materia. Dopo averlo analizzato, la Corte suprema aveva quindi optato per far ritornare gli atti a Savona.
Una scelta dettata da motivi formali: la Cassazione infatti, non entrando nel merito della sentenza e riconoscendo la legittimità del rigetto della confisca, aveva rilevato che alcuni passaggi della sentenza non sarebbero stati motivati in maniera sufficientemente esaustiva. Di qui la scelta di far, di fatto, ripetere ex novo il Riesame sulla richiesta di applicazione della misura di sicurezza patrimoniale per Fotia davanti ad un nuovo Collegio.
La richiesta di confisca riguarda appartamenti, auto, mezzi di cantiere: un patrimonio che secondo la Dia, Fotia non sarebbe in grado di giustificare. Tesi che gli avvocati difensori dell’imprenditore (Fotia è assistito dagli avvocati Giovanni Ricco, Pino Mammoliti e Alain Barbera) avevano respinto giustificando punto su punto la provenienza di tutto il denaro utilizzato per l’attività e l’acquisto di immobili.