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Liguria ‘gay friendly’: candidati alla Regione tutti d’accordo, ma la destra diserta il tavolo

cronaca

Liguria. “In Regione è iniziato in questi anni un percorso e ci preme fare in modo che prosegua”. Claudio Tosi, presidente di Arcigay Liguria spiega il perché insieme all’Arcigay di Savona è stato chiesto a tutti i candidati alla presidenza della Regione Liguria di sottoscrivere un documento programmatico che consente di portare avanti le politiche in favore delle persone LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transessuale/Transgender).

A rispondere all’appello è tutto (o quasi) il centro sinistra con i candidati consiglieri in rappresentanza di Luca Pastorino, Raffaella Paita ed Antonio Bruno e la presenza della candidata presidente del M5S Alice Salvatore e di Enrico Musso per Liguria Libera. Nessuno è invece arrivato in sostituzione di Giovanni Toti e Matteo Piccardi, mentre Mirella Batini ha fatto sapere che il documento è interessante.

“La Regione Liguria – spiega Tosi – è una delle regioni considerate più ‘gay friendly’ insieme alla Toscana in particolare per la legge 52/2009 contro le discriminazioni, in seguito alla quale è nato un coordinamento tecnico aperto alle associazioni. Uno dei risultati principali di questa legge è l’approvazione del fiduciario sanitario che sta per essere presentato e al quale i dottori potranno fare riferimento come se fosse un famigliare. Questo consentirà a un compagno o una compagna di poter prendere decisioni anche importanti in ambito medico”. L’Arcigay genovese poi non dimentica il successo del Gay Pride del 2009 “che fu realizzato anche grazie al contributo consistente della Regione – ricorda Tosi – e fu un momento per la città molto importante con grande partecipazione dei genovesi”.

Che cosa chiedono oggi le persone Lgtb alla Regione? Di portare avanti una serie di progetti a cominciare dall’ambito scolastico: “In questo periodo abbiamo attivi nelle scuole un progetto di interventi su tema del bullismo omofonico – spiega il presidente di Arcigay – ma abbiamo difficoltà a entrare nelle scuole e chiediamo un maggior supporto in questo senso. Su questo tema abbiamo anche preparato un questionario”.

Altro progetto che si sta delineando investe il rapporto tra omosessualità e immigrazione: “C’è oggettivamente un aumento delle richieste di rifugiati che si dichiarano omosessuali. Su questo tema stiamo organizzando una conferenza pubblica al Suq”.

Un altro tempa importante è quello delle unioni civili dove l’Arcigay chiede in sostanza alla Regione un intervento per collegarsi al registro delle unioni civili del Comune di Genova per realizzando un registro delle unioni civili regionali che consenta di parificare l’accesso ai servizi regionali. Ancora: “una formazione nel sistema sanitario con particolare attenzione ai medici di medicina generale e ai pediatri di libera scelta”.

Tosi ha anche spiegato ai rappresentanti dei candidati la situazione registrata dallo sportello legale dell’Arcigay: “In questi ultimi anni ci sono stati cambiamenti importanti nel senso che si rivolgono a noi meno persone che si dicono discriminate e più persone che hanno bisogno di capire come gestire la propria vita dal punto di vista dei diritti e della burocrazia”.

Infine, uno dei punti della piattaforma richiede un intervento della Regione per la somministrazione gratuita delle terapie ormonali e chirurgiche per la transizione da un genere all’altro.

A firmare la piattaforma sono stati Alice Salvatore (M5S), Alessandro Terrile per Raffaella Paita, Pietro Mensi per la lista Pastorino, Chiara Antolini per Rete a sinistra, Enrico Nichelatti e Ornella Ventullo per Altra Liguria ed Enrico Musso con una piccola puntualizzazione sulla compatibilità dei farmaci “con le esigenze complessive del bilancio della sanità e comunque assoggettato agli stessi criteri di pagamento parziale delle prestazioni”.

“Brutto segnale l’assenza di Toti o di suoi rappresentanti – commenta Tosi – da loro non è arrivata neanche una risposta. Mentre il mondo conservatore europeo prende sempre più posizione per i diritti di tutti, anche in Forza Italia sembrava di vedere a livello nazionale un primo lavoro sul tema. Peccato non ci abbiano messo la faccia, neanche per argomentare dei no, forse non avrebbero saputo cosa dire? Hanno perso un’occasione, noi restiamo aperti al confronto”.

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