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Processo a Claudio Scajola: in aula i big della politica Morgillo, Melgrati e Orsi

Si é discusso di quella informativa anonima sull'ex onorevole Eugenio Minasso

claudio scajola eugenio minasso

Imperia. “Partecipai al coordinamento di Forza Italia e partecipò anche Minasso ma c’erano anche Scandroglio e Grillo che lo appoggiavano. Tutti e erano usciti sconfitti dopo una contesa politica tanto che abbandonarono la seduta. Andarono dai giornalisti per spiegare che cosa era accaduto in quella occasione e raccontarono di essere stati minacciati da Scajola. C’erano delle tensioni, molto accese, ma si é sempre discusso di politica. E alla riunione del coordinamento si tenne all’hotel Bristol di Genova il 1 dicembre 2012. C’era anche Scajola che nel suo intervento parlò della casa del Colosseo e del porto di Imperia. Disse che era deluso perché il partito gli fece mancare la solidarietá. Si era sentito tradito dai suoi amici in particolare dai coordinatori, ma non minacciò nessuno di riferire circostanze che sapeva”.

Lo ha riferito Luigi Morgillo nel corso del processo per ricettazione che vede imputato Claudio Scajola. Il big della politica é stato a chiamato come testimone della difesa. “Pure io avevo ricevuto in forma anonima la documentazione che riguardava Eugenio Minasso. L’archiviai”. Morgillo ha ricordato in aula che fu anche membro nazionale del coordinamento del pdl, ma anche capogruppo in Regione, consigliere e assessore regionale. Ora lavora in un’azienda che si occupa di efficientamento energetico. “Pettegolezzi su Minasso li avevo ricevuti da colleghi di Alleanza Nazionale. Facevano riferimento all’uso di cocaina di Minasso. Me ne parlò ad esempio Giacomo Gatti, Fabio Celerini che facevano parte di An – ha ricordato Morgillo – Quanto al documento ricordo che lo avevo ricevuto dopo il 2005 nella posta della Regione. Non gli diedi importanza. Avevo un’idea che quella lettera fosse stata inviata da qualcuno interno ad Alleanza Nazionale che aveva delle “beghe politiche” al suo interno”.

In aula é stato ascoltato anche Marco Menduni, giornalista del Secolo XIX al quale é stato mostrato il “celebre” documento anonimo. “Ne parlai con i miei direttori Vaccari e la Rocca. Lasciammo perdere perché lo consideravamo una polpetta avvelenata”. Ascoltato anche Marco Melgrati, capogruppo di Forza Italia in Regione. “Di quella riunione al Bristol – ha affermato Melgrati – avevamo prodotto anche un filmato e Scajola fece un intervento. Ricordo che allora era in corso una faida politica con un distinguo di correnti, da una parte gli amici di Scajola e dall’altra Alleanza Nazionale. Ci furono delle reazioni politiche, ma mai sopra le righe. In quella occasione non minacciò nessuno nel suo intervento politico. Disse che aveva delle informazioni ma che non avrebbe mai usato. Ma questa frase non può rappresentare una minaccia”.

A Melgrati é stato mostrato anche un documento. “Ah si quello? Lo abbiamo ricevuto tutti in Regione e non ero il solo ma di quel documento non fece riferimento alla riunione del Bristol. Lo ricevettero ad esempio Plinio come altri ex consiglieri. Ero rimasto sorpreso perché in quel documento erano iscritti anche nomi di persone che conosco e che sono amici”. E sulla riunione di Bristol il pm ha domandato se ci furono dei commenti di Scajola a Grillo. “C’é una registrazione basta vedere e sentire quella”. E Melgrati ha ricordato di aver ricevuto un dossier su un magistrato di Savona che consegnò ai carabinieri di Alassio.

 

In aula anche l”ex senatore Franco Orsi oggi sindaco di Albisola Superiore. “Pure io partecipai alla riunione del Bristol. La stragrande maggioranza del Pdl contestarono Minasso e Scandroglio perché non organizzarono riunioni del coordinamento. Noi avevamo manifestato la nostra sfiducia verso il coordinatore e il suo vice. Scajola fece un duro attacco politico per la mancata riconoscenza di Scandroglio. Le asserite minacce? Non avvertii quella situazione. Le appresi dai giornali”.

E in aula anche a Orsi é stato mostrato un documento relativo alla presunta assunzione di droghe da parte di Minasso. “Io non ricevetti quell’informativa. Anche su di me fecero delle informative su scandali ormai andati sul palafestival e sui fondi comunitari. Del documento Minasso me ne parlò Bornacin, ma l’informativa fu oggetto di discussione anche nei corridoi in Parlamento. Se ne parlò prima della fusione del Pdl con An. Ma era discorsi che si facevano ciclicamente voluto per portare discredito su Minasso. Ma faceva parte io credo della dialettica politica. Era successo anche a me”. E ora in aula ascolteranno Eugenio Minasso più volte tirato in ballo per la presunta assunzione di droga. Prossima udienza fissata al 28 maggio. É per quella data potrebbe essere ascoltato anche Scajola.

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