In val bormida

Cinghiale ucciso a colpi di carabina ad Altare, ora è caccia ai bracconieri

Dopo essere stato colpito l’animale è stato trascinato e caricato su un automezzo per essere trasferito in un luogo sicuro per la macellazione

cacciatore 2

Altare. Bracconieri in azione la notte scorsa nel savonese; a farne le spese un cinghiale, ucciso probabilmente con una carabina silenziata, le cui tracce di sangue sono state trovate da volontari della Protezione Animali lungo una strada ai margini di un bosco vicino ad Altare.

Dopo essere stato colpito l’animale è stato trascinato e caricato su un automezzo per essere trasferito in un luogo sicuro per la macellazione ed il consumo tra i partecipanti o la vendita  sottobanco a ristoranti collusi.

Le Guardie Zoofile volontarie dell’ENPA stanno compiendo perlustrazioni nella zona alla ricerca di altre tracce ed indizi. “Ma potranno fare ben poco altro, visto che anni fa il prefetto di Savona ha tolto loro il porto d’armi, per cui di notte in un bosco diventerebbero facile bersaglio per i bracconieri, sicuramente contenti della scelta prefettizia”, dicono all’Enpa.

“Il bracconaggio in provincia di Savona è un fenomeno diffuso con una frequenza non superiore alle vicine province o al resto d’Italia, con l’uccisione, spesso molto dolorosa (con lacci e tagliole) di centinaia di animali selvatici. A contrastarlo sono principalmente gli agenti ed ufficiali della Polizia Provinciale e del Corpo Forestale dello Stato, organismi alle prese con modifiche legislative che ne stanno mettendo in dubbio l’autonomia o addirittura l’esistenza; anche di questo i bracconieri sono felici, in previsione di più facili bottini a danno di animali sempre più indifesi”, fanno sapere dall’Enpa.

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