Liguria. “Lanciare l’allarme per il pericolo rappresentato dall’arrivo in Europa, in particolare nell’estremo ponente ligure, della Vespa Velutina o anche detto Calabrone Asiatico, è assolutamente necessario e doveroso”. A dirlo sono gli apicoltori dell’associazione Apiliguria.
“In pericolo infatti – spiega Fabrizio Zagni, imperiese e socio di Apiliguria – non è solo la sopravvivenza dell’ape mellifera ma, è bene sottolinearlo, lo è tutta l’agricoltura e l’ambiente in generale. La Velutina infatti è in grado di sterminare non solo il principale impollinatore delle nostre piante ma anche tutti gli altri insetti che le possono capitare a tiro. La ricaduta sulla produzione agricola e sull’equilibrio dei nostri habitat e sulla biodiversità, eliminando non solo gli impollinatori (principalmente le api), può essere gravissima con pesanti ricadute economiche”.
“Senza trascurare poi anche il pericolo per l’incolumità dell’uomo per la sua eccezionale aggressività, capace di attaccare eventuali malcapitati avventori che si trovano a passare anche a diversi metri dal nido. Quindi più se ne parla e meglio è” spiegano da Apiliguria.
“Ora più di prima la Vespa Velutina è una realtà. Approdata in Italia, a Ventimiglia e dintorni a fine estate del 2013, visto che a quella data risalgono i primi avvistamenti, probabilmente quindi aveva varcato il confine anche un anno prima. Al contrario di quanto affermato in alcuni articoli recenti, fin dai primi avvistamenti le associazioni apistiche, in particolare Apiliguria della zona imperiese, non sono stati spettatori inerti ma si sono attivati ed hanno iniziatola loro personale lotta contro un nemico, almeno sino al momento, decisamente superiore per capacità di penetrazione e riproduzione”.
“Dopo un’inerzia iniziale della reale comprensione del problema da parte della popolazione e delle Istrituzioni, si avverte ora che il famigerato imenottero non è solo un ‘problema di altri’, ma tocca tutti; per questo enti locali e, soprattutto Regione Liguria, stanno scendendo in campo per aiutare gli apicoltori nella lotta. Da allora infatti gli avvistamenti e gli interventi della squadra formata da Fabrizio, Nuccio Lanteri e dagli altri volontari della zona si sono decuplicati e da parte loro sono stati in grado l’anno scorso di distruggere oltre un centinaio di nidi. Ma bisogna riconoscere che la contabilità al momento è ancora decisamente in passivo rispetto alla capacità della Velutina di riprodursi anno dopo anno” spiegano dall’associazione.
“Si stima infatti che da ogni nido svernano con possibilità di riproduzione nell’anno successivo circa 300 di regine feconde, delle quali un 4-5% sopravviveranno e fonderanno nuovi nidi. Indispensabile pertanto ampliare la capacità di contrasto alla sua penetrazione nelle riviera e nelle sue valle trovando solidarietà ed aiuto da parte di tutti, in primis dalla protezione civile perché la presenza della Velutina è da considerare anche come una questione che attiene alle responsabilità della protezione civile. Non a caso decine di interventi sono stati effettuati all’interno dei centri abitati su alberi presenti nei giardini o sotto i cornicioni. La battaglia per il momento è condotta solo dagli apicoltori ma incomincia comunque a trovare preziosi alleati nel campo della ricerca. I soci di Apiliguria hanno infatti stretto legami con il CRA di Bologna (Consiglio per la ricerca in agricoltura) , il DISAFA e ricercatori delle Università di Torino e Pisa per trovare e mettere in campo tutte le migliori strategie per limitare il progredire del calabrone che per il momento non ha ancora trovato in Europa un antagonista in grado di contrastare il suo sviluppo” aggiungono da Apiliguria.
“Per il momento abbiamo attivato già dallo scorso autunno corsi di informazione e di preparazione in tutto il ponente, coinvolgendo anche gli apicoltori savonesi – aggiunge Davide Artemisio di Apiliguria Savona – per prepararci ad affrontare l’emergenza quando arriverà anche nella nostra Provincia. Proprio in questi giorni sono stati distribuiti gratuitamente speciali tappi trappola per realizzare una rete di monitoraggio ambientale per la cattura di esemplari ed attivando quella rete di informazione e controllo che rappresenta il primo passo nella lotta contro questo pericolosissimo insetto. La guerra si vince tutti assieme: è indispensabile che tutti si sentano tassello di uno stesso mosaico, dalle associazioni di agricoltori, apicoltori e comuni cittadini”.
Queste trappole sono state fornite dall’assessorato all’Agricoltura e sono a disposizione di tutti gli apicoltori liguri appartenenti a qualsiasi associazione. Anche altri cittadini o agricoltori possono ritirarle contattando Apiliguria. L’attrattivo usato è semplice birra e si possono autocostruire trappole anche con bottiglie dell’acqua in plastica. Importante è poi segnalare le catture ai referenti delle associazioni apistiche presenti sul territorio, Apiliguria (www.apiliguria.it) o Alpamiele (www.alpamiele.it) oppure sul sito ufficiale: www.vespavelutina.eu.
In queste settimane le regine fecondate lo scorso autunno escono dal letargo e si preparano a formare il nido primario: “La cattura di ogni esemplare in questo periodo – conclude Fabrizio Zagni – consente di impedire la formazione di un nuovo nido capace di raggiungere nel massimo del suo sviluppo un diametro anche di un metro con migliaia di individui”.