Loano. Stavolta il numero legale c’era (anzi, erano praticamente tutti presenti al netto delle assenze giustificate) e si è potuti procedere con la discussione dell’ordine del giorno, ma non sono mancate le polemiche e le ormai note “proteste” circa l’utilità dell’Unione e le modalità di uscita dei Comuni secessionisti della Val Maremola.
Ieri sera la sala consiliare di Palazzo Doria ha ospitato il primo consiglio dell’Unione dei Comuni “Riviera delle Palme e degi Ulivi”, che inizialmente doveva riunire i paesi di Loano, Borghetto, Boissano, Toirano, Balestrino, Pietra, Borgio, Tovo, Magliolo, Giustenice ma che a seguito della secessione delle cittadine della Val Maremola è destinata a non vedere nemmeno la luce, almeno sotto questa forma. Due i punti all’ordine del giorno: la convalida degli eletti (il consiglio è formato da trenta membri: i sindaci di ciascun paese e un consigliere scelto tra ciascun gruppo di maggioranza e minoranza) e l’elezione del primo presidente (inizialmente il ruolo è stato affidato pro-tempore al sindaco di Loano Luigi Pignocca in quanto primo cittadino del paese più popoloso).
Rispetto alla riunione di febbraio, quando erano presenti soltanto 15 dei 30 consiglieri e quindi la riunione non era valida, stavolta l’assemblea ha visto la partecipazione di ben 26 membri. Unici assenti Giorgio Orso (minoranza di Boissano), Italo Panizza (minoranza di Balestrino), Enrico Lanfranco e Luca Catania (di Magliolo).
Dopo la convalida degli eletti, si è proceduto con la proposta di nomina del presidente dell’Unione, che da statuto deve restare in carica tre anni. Il primo a parlare, ancora prima che Luigi Pignocca terminasse la lettura delle modalità di votazione, è stato il sindaco di Pietra Dario Valeriani, che ha fatto la sua proposta: “Anche a nome dei sette Comuni che hanno manifestato la volontà di uscire dall’associazione – ha detto – propongo la nomina di Pignocca. Questo perché siamo conviti sia in grado di svolgere perfettamente il ruolo e anche per ringraziare lui e gli uffici del Comune di Loano per il grande lavoro svolto in questi mesi. Siamo sicuri si farà garante del rispetto dei tempi previsti e concordati per la nostra uscita dall’Unione. A lui il nostro ringraziamento per il modo maturo e responsabile con cui ha gestito questa fase di transizione”.
Mario Carrara (minoranza di Pietra) non ha molto gradito il discorso di Valeriani: “Spero che si potrà procedere con una vera e propria votazione – ha tuonato – Non dare ai consiglieri la possibilità di esprimere la loro opinione non è molto democratico. In ogni caso, Valeriani ha detto di parlare a nome dei Comuni che hanno manifestato l’intenzione di uscire dall’Unione ma lui al massimo può parlare per il Comune di Pietra. E nemmeno per intero, perché qui è rappresentata anche la minoranza, che ovviamente ha il diritto di dire la propria. Ma del resto è così da un anno: abbiamo saputo dell’inizio dei lavori per la costituzione dell’Unione un anno fa. A chi ci chiedeva in cosa consistesse non sapevamo rispondere, perché la maggioranza non ha condiviso con noi alcuna scelta. Tant’è che anche la decisione di uscire l’abbiamo saputa dai giornali”.
Ivano Rozzi (minoranza di Giustenice) ha aggiunto: “L’Unione era una buona idea. Anche il ‘piano Guerrera’ [il segretario generale di Loano Luigi Guerrera, che in questa prima fase ha assunto il ruolo di segretario dell’Unione, n.d.R.] per la razionalizzazione degli uffici e dei ruoli dirigenziali che avrebbe fatto risparmiare tante risorse mi piaceva. C’erano le basi per iniziare un percorso virtuoso, ma poi non si è più detto né fatto nulla. Dopo ‘I 10 del Mucchio Selvaggio’, saranno ‘I Magnifici 7’ a portare avanti il progetto o forse ‘I 4 dell’Ave Maria’ o magari , come più probabile ‘I 3 dell’ Eterno Riposo’. Può darsi che la sorpresa ce la riservino ‘I 5 della Paitas Nostras en Los Valmaremolas'”.
A questo punto è intervenuto il sindaco di Borgio Renato Dacquino, che ha ribadito il pensiero dei Comuni secessionisti: “Qui si continua a vedere il bicchiere mezzo vuoto. Ma se è mezzo vuoto è anche mezzo pieno. L’Unione ha rappresentato un percorso, che ci ha permesso di imparare tanto. Non basta avere una strategia importante, occorre avere anche capacità organizzativa per potarla a compimento. Otto mesi fa eravamo in dieci a credere a questa Unione. Ci abbiamo lavorato perché pensavamo potesse avere una funzione strategica. E’ stato fatto un lavoro incredibile. Ma quando si commettono occorre poi anche saper imparare dagli errori. E questo credo sia avvenuto”.
A questo punto tra Carrara e Dacquino è cominciato un botta e risposta molto prolungato. Il primo ha sottolineato: “Ho visto sindaci farsi fotografare in fascia tricolore a cerimonie per sottoscrizioni di statuti e rassicurare circa la bontà della scelta senza che questa scelta sia stata nemmeno discussa in consiglio comunale. Le modalità di condivisione con le varie minoranze sono state completamente sbagliate. Prima occorreva discutere della possibilità di fare l’Unione e poi decidere quali funzioni dare al nuovo organismo. Invece in consiglio abbiamo visto solo le delibere con le quali si diceva che l’Unione avrebbe avuto competenze in certe materie. Mentre per altri temi (come ad esempio i trasporti o il turismo) l’Unione non ha voce in capitolo. Questo è inaccettabile. Ma c’è di più: non solo i consigli non sono stati coinvolti, ma dopo è arrivata la decisione unilaterale dei soli sindaci della Val Maremola di recedere dalla scelta. Ora voi volete battezzare un moribondo. Ma se proprio volete farlo, dobbiamo dare al moribondo una vita diversa da quella che avete stabilito voi mesi fa”.
Piero Pesce (maggioranza di Boissano) ha ribattuto: “Io non mi assumo la responsabilità di dire ai cittadini che non si è andati avanti perché ci siamo trovati ad affrontare problemi troppo rilevanti [come ha fatto capire Dacquino, n.d.R.]. Abbiamo lavorato seguendo una determinata linea perché ne eravamo e siamo convinti“.
Ancora Carrara: “Dacquino dice che quando si guida veloci si vanno degli sbagli. Ma qui avete guidato tutti senza patente! I consigli comunali non hanno potuto dire nulla riguardo la forma dell’Unione. E allora io dico sì al progetto, ma sotto un’altra forma. E’ per questo che a breve noi minoranze di Pietra convocheremo un consiglio comunale e sottoporremo all’attenzione del sindaco una mozione con cui chiediamo che l’Unione venga ristrutturata, in modo che possa diventare un organismo intermedio sostitutivo della Provincia con competenze su trasporti, strade, ferrovie, rifiuti, promozione turistica extra-comunale”.
Pier Paolo Villa (minoranza di Borghetto) ha condiviso il discorso di Carrara: “Le minoranze di ciascun comune sono state poco coinvolte. E questa sera si è sentito parlare di unioni a cinque, a sette, a tre. Questo è inaccettabile e scandaloso. Anche questo deve servire da lezione: quando una amministrazione prende una decisione, questa deve essere condivisa con le minoranze affinché tutti ne siano consapevoli e possano contribuire a renderla migliore. Giorni fa ci siamo ritrovati in questa stessa sala per una riunione informale per cercare di stabilire come uscire dall’impasse. In quella sede abbiamo parlato a lungo e si è deciso di seguire un percorso”.
Mirko Infantino (minoranza di Toirano) ha sottoscritto le parole di Villa aggiungendo che “è inutile fare questi attacchi, che hanno solo l’obiettivo di fare pubblicità”. Cararra, sentendosi tirato in ballo in quanto assente, ha ribattuto: “Se noi la sera della riunione informale non abbiamo partecipato è solo perché riteniamo che certe cose vadano discusse in pubblico davanti ai cittadini, non in privato chiusi in una stanza”.
Al termine della lunga discussione, si è proceduto con la votazione. Carrara, Rozzi e Luca Folco (minoranza di Tovo) hanno annunciato la loro decisione di astenersi dal votare la proposta di nomina di Valeriani: “Non per sfiducia verso Pignocca – ha precisato Folco – ma per la situazione in atto in questa fase”. “Ci asteniamo – ha aggiunto Rozzi – perché riteniamo che il mandato del presidente debba essere completo e non reso parziale dalla scadenza del mandato [Pignocca porterà a termine i suoi primi 5 anni da sindaco nel 2016, n.d.R.]”.
La votazione per il residente ha visto il plebiscito a favore di Pignocca, che pure si è astenuto dal voto. Nel commentare la sua elezione, il primo cittadino loanese ha detto: “Forse siamo stati davvero troppo frettolosi. Dispiace non averci nemmeno provato. Il distacco dei sette Comuni dall’Unione non è una cosa positiva per il territorio. Anche per questo chiedo a tutti di dormirci su ancora una notte. Se non avrete cambiato idea, allora procederemo modificando lo statuto e autorizzando il recesso dall’associazione prima del passaggio delle funzioni dai Comuni all’Unione“.