Primo passo

Sicurezza tribunale, il metal detector verrà “ritarato”. Il procuratore: “Palliativi alla costruzione di un nuovo palazzo”

I ripetuti appelli di Granero e dell'Associazione Magistrati sembrano sortire effetti, ma i problemi rimangono tanti e, a volte, irrisolvibili

tribunale

Savona. Quando il controllo è così “severo” da scomparire. E’ quello che da anni accade al tribunale di Savona, dove il metal detector installato all’ingresso suona costantemente, talmente spesso che la sua segnalazione è diventata totalmente inutile.

Il problema si è ripresentato con forza negli ultimi giorni, all’indomani dei tragici fatti di Milano, ma in realtà è ormai annoso. Al momento dell’installazione, il metal detector è stato tarato alla massima sensibilità consentita dalla tecnologia in uso: il risultato è che il varco suona all’ingresso di qualsiasi persona, anche per un semplice bottone della giacca o un’asola in metallo di una scarpa. Il risultato, ovviamente, è che l’allarme perde completamente di valore e nessuno viene controllato: una situazione potenzialmente pericolosa, che permette a chiunque di entrare con oggetti metallici nella pressochè totale certezza di non essere scoperto.

Un problema di difficile soluzione, quello della sicurezza del Palazzo di Giustizia savonese, che da anni la Procura chiede invano di incrementare: servirebbe una riduzione degli accessi (soltanto due, uno per magistrati e avvocati e l’altro per il pubblico) e una loro regolamentazione più stringente con un filtro più efficace, capace di segnalare solo chi ha effettivamente con sé oggetti metallici di una certa rilevanza. Un problema che sembrerebbe a prima vista di facile soluzione, ma come al solito quando una cosa è troppo semplice interviene la burocrazia a complicarla: l’azienda che vinse la gara per l’installazione non è la stessa a cui fu poi assegnata la manutenzione, col risultato che da quel giorno nessuno ha più potuto regolarla.

Doppo la tragedia di Milano il procuratore Francantonio Granero era tornato, ancora una volta, a sollecitare un intervento: alle sue parole ha fatto eco, ieri, la sottosezione di Savona dell’Associazione Nazionale Magistrati, che in un comunicato ha chiesto di rafforzare la “sorveglianza all’ingresso da parte degli addetti oggi già presenti, con obbligo dei vigilanti e/o della polizia Giudiziaria di controllare il contenuto delle borse o sacche dei visitatori non muniti di tesserino di riconoscimento e quindi diversi da magistrati, avvocati, commercialisti, notai e personale amministrativo o addetti alla Polizia Giudiziaria”. E poi “la creazione di due ingressi distinti uno per il pubblico, non dotato di tesserino, con riattivazione del metal detector – previa taratura – e del nastro radiogeno, ed un secondo ingresso per il personale munito di documento di identificazione (magistrati avvocati, commercialisti, notai, personale amministrativo, polizia giudiziaria)”.

E qualcosa finalmente sembra muoversi: a quanto pare infatti, dopo anni di battaglie, domani è prevista una nuova taratura dei metal detector volta proprio ad eliminare il problema. Anche se non ci sono certezze su questo punto: secondo il procuratore Granero, infatti, “bisognerà vedere chi si occuperà di effettuare concretamente la taratura e sulla base di quali parametri. E’ inoltre necessario che vengano fornire garanzie: come qualsiasi apparecchio che emette radiazioni, infatti, anche il metal detector presenta dei rischi intrinseci, e noi su questo punto vogliamo garanzie precise”.

“In ogni caso – chiarisce Granero – allestire i due accessi, ritarare i metal detector e inasprire le procedure di controllo, che pure sono tutti provvedimenti utili e che da anni chiedo di adottare con urgenza, in realtà sono solo palliativi che hanno lo scopo di eludere l’unica vera soluzione ai problemi di questo palazzo: la costruzione di un nuovo tribunale“. Quello degli “accessi colabrodo” infatti è solo uno dei tanti problemi che affliggono la struttura attuale: tra infiltrazioni d’acqua, carenze strutturali, stanze senza finestre e spazi ridotti all’osso (nonostante i volumi considerevoli), il futuro dell’attuale Palazzo di Giustizia sembra sempre più nero.

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.