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Scioglimento dell’Unione dei Comuni, Carrara e Rozzi propongono una “ristrutturazione” fotogallery

Unione dei Comuni, buona la seconda: Pignocca presidente, show di Carrara

Loano. La riassegnazione di alcune competenze specifiche ai Comuni e lo spostamento all’Unione di alcune materie che hanno natura “comprensoriale” e quindi possono essere gestite da un Ente sovra-comunale. Sono queste le richieste contenute nella mozione che i consiglieri Mario Carrara e Ivano Rozzi presenteranno in occasione del secondo consiglio dell’Unione dei Comuni “Riviera delle Palme e degli Ulivi” che si terrà lunedì sera a Palazzo Doria a Loano.

In quella sede verranno nominati il vice del presidente Luigi Pignocca e i membri della giunta e verrà anche discussa la modifica allo statuto che consente ai membri di abbandonare il sodalizio anche prima dello scadere del termine “minimo” di tre anni. Già in occasione del bis del primo consiglio (tenutosi giusto qualche giorno fa sempre nel municipio loanese) Carrara e Rozzi avevano anticipato la loro intenzione di presentare la mozione ai consigli comunali dei rispettivi paesi di provenienza, cioè Pietra Ligure e Giustenice.

“La fase di adesione – ricordano Carrara e Rozzi – è stata caratterizzata da forti contrasti nell’ambito di diversi consigli comunali (che sono i soli organi competenti a deliberare in merito) con scambi di accuse: ‘si svuotano i Comuni delle proprie competenze trasformandoli in inutili scatole vuote’; è una ‘scelta antistorica che unirà realtà territoriali che mai, in passato, erano state coese, ma, anzi, contrapposte ed antagoniste’; è una ‘scelta errata perché anziché migliorare la gestione del territorio la farà peggiorare per la sopravvenuta gestione di importanti settori particolari delle singole realtà comunali anche da rappresentanti di altri paesi dotati ovviamente di una scarsa se non nulla conoscenza dei problemi'”.

I sindaci, dal canto loro, la vedevano diversamente: “Tenaci propugnatori della ‘assoluta validità’ della scelta di unire dieci Comuni, i primi cittadini rispondevano argomentando: ‘dell’irreversibilità dell’Unione dei 10 Comuni perché destinata a durare nel tempo’; ‘di una scelta che guardava al futuro, mentre chi la criticava faceva solo bieca propaganda campanilistica, rivolta al passato ed al Medioevo’; ‘di una decisione dettata dalle nuove norme dettate dal governo che imponevano, per motivi di spending review, le aggregazioni dei Comuni’; ‘del fatto che (non certo ultimo per importanza) l’adesione all’Unione dei Comuni avrebbe consentito il non rispetto del patto di stabilità'”.

Qualche giorno dopo, però, i paesi della Val Maremola (“che prima erano tra i più tenaci e convinti assertori dell’Unione”) hanno annunciato la loro intenzione di recedere dall’accordo, vanificando il lavoro fatto fino a quel momento: “Non stiamo qui a dilungarci sul fatto che nel primo consiglio dell’Unione, convocato per la convalida dei consiglieri eletti non sia stato conseguito il numero legale necessario per la validità della riunione per la voluta assenza dei consiglieri proprio di quella parte che più voleva l’Unione dei Comuni mentre erano in gran parte presenti proprio quei consiglieri che più l’avevano osteggiata e che si erano tuttavia presentati per responsabilità istituzionale del ruolo ricoperto. Né vogliamo dissertare sulle assurde ed inconsistenti se non irragionevoli argomentazioni lette sui giornali e udite nei consigli comunali circa la repentina unilaterale volontà di ripudiare la scelta dell’Unione a dieci facendo una vera e propria inversione a U sul tema. Né vogliamo perderci sulle altrettanto inverosimili e spudorate (perché fatte senza vergogna) dichiarazioni rese ai giornali sulla maturità e saggezza dimostrate nell’uscire dall’unione dei Comuni a dieci (si badi bene: non un attimo prima dell’apposizione della firma vincolante sull’atto costitutivo, bensì, un attimo dopo), proprio da parte di chi, fino a poco prima, ne esaltava sia il ruolo, che la funzione e la validità”.

Carrara e Rozzi non sono contrari all’idea di Unione in generale, ma a “questa Unione dei Comuni per le competenze e le materie che le sono state attribuite o che le si sarebbe voluto attribuire. All’indomani dello svuotamento sostanziale dei poteri operativi delle Province, manca un organismo che funga da funzione di raccordo e coordinamento per tutte le problematiche di tipo sovracomunale, specie per un territorio orograficamente complesso come il nostro. E’ per tutto questo che crediamo si debba procedere non allo scioglimento tout court dell’Unione dei Comuni tra i dieci che attualmente la compongono, ma, invece, ad una sua ristrutturazione funzionale nelle competenze. Unione che, oltre a far pesare la sua importanza per la consistente popolazione rappresentata e per la vastità del suo territorio, possa esercitare il ruolo di organo di raccordo e di gestione di tutte quelle problematiche che riguardano aspetti di interconnessione e interesse generale sovracomunale, comuni a tutte le nostre città rivierasche e dell’entroterra”.

Per tutti questi motivi, Carrara e Rozzi hanno intenzione di presentare una mozione per chiedere ai membri dell’Unione di rivedere la suddivisione delle materie: “Le competenze riguardanti la pianificazione urbanistica, l’edilizia, la protezione civile e il coordinamento dei primi soccorsi, i servizi sociali, l’edilizia scolastica, la polizia municipale, lo stato civile, i servizi di anagrafe ed elettorale, ambiente, cultura e beni culturali, turismo e sport devono tornare ad essere di piena competenza esclusiva dei singoli Comuni. Siano assegnate alla competenza dell’Unione dei Comuni le competenze riguardanti le materie: trasporti (collegamenti tra i Comuni facenti parte dell’Unione; linee tra la costa e l’entroterra; tutti i servizi scolastici di trasporto alunni per le scuole esistenti nel territorio dell’Unione); strade di collegamento intercomunale, tra i territori dei Comuni dell’Unione; trasporti ferroviari (rappresentanza del territorio dei Comuni dell’Unione sullo spostamento a monte della linea ferroviaria, fermata ferroviaria nel territorio dei Comuni dell’Unione per i treni a lunga percorrenza, competenza delle questioni pertinenti la linea ed il trasporto ferroviario come fermate, stazioni, passaggi a livello, persistendo la linea ferroviaria attuale); gestione della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti urbani; catasto; ambiente (depuratore consortile, pulizia del mare); turismo (promozione turistica del territorio dell’Unione dei Comuni); sport (gestione impianti sportivi già realizzati dalla Comunità Montana Pollupice); protezione civile di carattere sovracomunale (coordinamento dei soccorsi in caso di calamità che investano più realtà comunali come incendi, specie montani, alluvioni e altro); statistica; pubblica istruzione di secondo grado ed edilizia scolastica ad essa pertinente”.

Tutto ciò per “realizzare un nuovo organismo competente nell’attuazione delle problematiche ad esso conferite, allo stato attuale altrimenti ben difficilmente realizzabile da parte dei singoli Comuni, individualmente considerati”.

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