Savona. Non si è fatta attendere la replica del presidente della Casa della Legalità Christian Abbondanza alla “lettera aperta” che il legale della famiglia Fotia Pino Mammoliti gli ha indirizzato sottoforma di manifesti pubblici affissi nel centro di Savona.
“La lettera – si legge in una nota inviata dalla presidenza della Casa della Legalità – ripropone da un lato il tentativo di delegittimazione nei confronti del presidente della Casa della Legalità (e che integrerà la querela per le precedenti uscite di Mammoliti e Pietro Fotia), dall’altro deliri vari (come sulle “collusioni tra poteri dello Stato che condizionano il vivere civile”) e invita il presidente della Casa della Legalità ad un ‘confronto pubblico’ con il legale dei Fotia”.
“Durante il dibattito alla Ubik con Donatella Albano (Senatrice Pd e componente della commissione parlamentare antimafia), Marco Grasso (giornalista de Il Secolo XIX ed autore del libro “A Meglia Parola – Liguria terra di ‘ndrangheta”) e Mario Molinari (giornalista del blog “Ninin”), il presidente della Casa della Legalità ha già risposto, ribadendo concetti già ampiamente illustrati e pubblicati da tempo: ‘E’ inutile che cerchino di presentare la questione Fotia come una questione privata tra me e loro. La questione è invece tra i Fotia, soggetti legati alla ‘ndrangheta (e nello specifico alla cosca dei Morabito-Palamara-Bruzzaniti) da un lato, e lo Stato dall’altro. Il sottoscritto, con la Casa della Legalità, sta con lo Stato. Punto. Non ha quindi alcun senso di esistere, così come non ha nemmeno ragione di essere presa minimamente in considerazione, l’ipotesi di un ‘confronto’ tra me con la Casa della Legalità da un lato e Mammoliti con o senza i Fotia dall’altro”.
Si legge ancora nella nota: “Il tentativo di ridurre il fatto che i Fotia sono indicati (per risultanze plurime, univoche e convergenti) da tutti i reparti investigativi dello Stato (Guardia di Finanza, Polizia di Stato, Carabinieri e Dia) quale nucleo insediato nel savonese saldamente legato alla cosca Morabito-Palamara-Bruzzaniti ad una questione ‘privata’, una sorta di ‘guerra personale’, tra il Presidente della Casa della Legalità e loro, è davvero ridicola. Le Informative che li riguardano, la loro storia tracciata da molteplici inchieste giudiziarie, le misure interdittive antimafia e (non ultimo) il sequestro delle imprese (Pdf e Seleni) disposto a loro carico, come – per fare un ultimo esempio – il procedimento per l’adozione di misure di prevenzione patrimoniale e personale, palesano in modo inconfutabile che la questione è tutt’altro che ‘privata’ tra loro e noi. Ed ogni tentativo di far apparire la questione come ‘privata’ ci troverà fermi nel respingerlo senza alcun tentennamento.
Il Presidente della Casa della Legalità ha promosso “una serrata (e doverosa) informazione pubblica centrata sugli atti ufficiali per indicare i Fotia per ciò che sono. Si è anche promossa un’attenta osservazione delle loro attività, con risultanze prodotte in molteplici formali Esposti e denunce all’autorità giudiziaria ed altre autorità dello Stato, così come si sono denunciate puntualmente le minacce e intimidazioni promosse nel tempo ai danni del presidente della Casa della Legalità e di altri esponenti della Casa della Legalità o a questa vicini”.
“Quindi – conclude la nota – si può solo aggiungere un dettaglio: il presidente della Casa della Legalità e la Casa della Legalità non promuovono o partecipano a ‘confronti’ (pubblici o meno) con quanti si denunciano all’autorità giudiziaria, in quanto con questi ci si incontrerà nelle aule del tribunale”.