Analisi

Sanità, l’ospedale di Albenga sotto la lente di Melgrati (FI): “Struttura di frontiera. Il Pd dica cosa ne vuole fare”

ospedale albenga

Albenga. “L’ospedale di Albenga è un ospedale di frontiera. Se la strategia del Pd è quella di trasformarlo in una casa della salute ‘di lusso’, lo dica prima delle elezioni”. Il capogruppo di Forza Italia in Regione Marco Melgrati interviene nuovamente sullo stato della sanità nel ponente savonese e stavolta pone il focus sul Santa Maria di Misericordia: “Tagli, non sostituzione di personale, turni oltre il lecito non pagati: questa la situazione dell’ospedale di Albenga. Ci vengono in mente le parole del ‘potente’ luogotenente savonese della Paita Nino Miceli che ebbe a dire che ‘nel futuro dell’ospedale di Albenga vedeva, non tanto un ospedale territoriale quanto una bella clinica, un centro di eccellenza, ma privato’. Se queste sono le volontà del Pd, pretendiamo che lo dichiarino subito, prima delle regionali, in modo che gli elettori, i cittadini, sappiano come comportarsi il 31 di maggio”.

Le ultime novità che Melgrati vuole denunciare sono diverse: “In radiologia sono presenti solo tre medici il cui compito è quello di refertare tutti i tipi di analisi radiologiche richieste da reparti di ospedale e punto di primo intervento. Il numero dei medici è insufficiente per coprire la turnazione ed allo stesso tempo garantire al personale i giorni di riposo previsti, i giorni di riposo addizionali per smaltire le radiazioni assorbite, per poter andare in ferie con il propri familiari. Ad oggi, non sono previsti nuovi arrivi di medici: secondo le necessità dal momento, vengono infatti chiamati a gettone medici provenienti dagli altri ospedali che, avendo metodo di lavoro diversi, non sono comunque in grado di sopperire all’assenza dei medici titolari: su tutto la disponibilità a comprendere, leggere e refertare lastre, tac ed altro che non sia strettamente competente alla propria specifica tematica lavorativa. Come se non bastasse, il costo mensile di questi gettoni è decisamente superiore al costo di un medico aggiuntivo dislocato in modo permanente”.

Passando al punto di primo intervento: “Gli accessi continuano ad essere in crescita e, nonostante non sia un oronto soccorso, continuano ad arrivare codici gialli e rossi; accade questo perché nella maggioranza dei casi i pazienti caricati sui veicoli di soccorso sono di una gravità tale per cui è necessario arrivare al primo punto di pronto soccorso possibile e spesso non c’è tempo per arrivare al Santa Corona. Detto della carenza di personale medico, anche il numero degli infermieri è insufficiente per affrontare al meglio le emergenze e far attendere un tempo ragionevole, per un intervento, le persone in attesa arrivate al Punto. La disorganizzazione ha inoltre portato il Punto ad avere un costo maggiore rispetto a quando era un pronto soccorso vero e proprio”.

Capitolo infermieri: “Devono i occuparsi di un numero sempre maggiore di pazienti, devono occuparsi di pazienti sempre più gravi, non c’è personale sufficiente per monitorare i pazienti in osservazione. Il primario ha chiesto un numero maggiore di infermieri ma non verranno assegnati. Con un infermiere in più a turno si potrebbe riaprire una camera x tenere pazienti che hanno bisogno di osservazione per breve periodo, Obi, evitando viaggi in ambulanza e diminuendo l’affluenza di pazienti al pronto soccorso di S.Corona. Questo infermiere potrebbe anche seguire tutti i pazienti più o meno gravi che stazionano in Ppi , dopo essere stati visitati dai medici, in attesa di eseguire terapie e accertamenti. Non si può continuare così e sperare che non succeda niente. Nel frattempo non vengono pagati gli straordinari, sembra che con il mese di maggio siano finiti i fondi destinati a questo, e per questo gli infermieri accumulano ore di lavoro da recuperare attraverso riposi aggiuntivi. Riposi che non potranno mai fare perché, essendo in numero insufficiente, non possono neppure godersi le ferie accumulate negli anni passati”.

Centralino e info-point: “Dal primo di luglio due persone saranno in pensione; la direzione generale ha deciso di chiudere il centralino e di spostarlo a Santa Corona (e se rispondesse come ospedale di Santa Corona e Santa Maria di Misericordia sarebbe già un passo avanti) con tutto il personale, e di mantenere aperto un info-point con due persone attualmente in servizio in categoria protetta, con disabilità, con un nuovo arrivo, sempre in categoria protetta da Santa Corona. L’apertura è prevista dalle 8 alle 10. Due turni con tre persone. E quando uno si ammala o deve andare in ferie? Si chiude l’info-point? E in caso di urgenze notturne, chi chiamerà i reperibili (funzione effettuata in precedenza dai centralinisti in servizio)?”

Conclude Melgrati: “Siamo fortemente preoccupati che questo ospedale territoriale sia trattato come l’ospedale di un avamposto di frontiera del Far West dall’assessore alla sanità, che annuncia oggi sul giornale nuovi tagli, grazie non tanto e non solo ai tagli del governo Renzi (che però trova il tesoretto), ma alla disorganizzazione che regna sovrana in tutto il settore in ogni Asl della Liguria”.

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