Ritorno al futuro

Riaperta dopo 25 anni la “Sala dei Misteri” delle Grotte di Toirano fotogallery

Toirano. Dopo 25 anni di chiusura, ha riaperto ufficialmente al pubblico la “Sala dei Misteri” delle Grotte di Toirano. La cerimonia di inaugurazione si è tenuta alle 15:00. E’ seguita una breve visita guidata a cura di Elisabetta Starnini, responsabile scientifico delle Grotte. Alle 16.30 c’è stata la presentazione della nuova illuminazione delle vetrine del Museo Preistorico della Val Varatella “Nino Lamboglia”. La giornata sarà dedicata al ricordo di Ginetta Chiappella (1905-1988).

Erano 25 anni che questa bellissima sala veniva sottratta ai visitatori per esigenze di tutela del microclima e per necessità di preservare le impronte presenti all’interno della grotta – spiega il sindaco Gianfranca Lionetti – Noi siamo intervenuti con una serie di investimenti per realizzare la nuova illuminazione a led che darà sicuramente un risultato molto suggestivo e compatibile con le esigenze di tutela ambientale. Anche il museo archeologico è stato illuminato con luci a led puntate sulle teche che conservano i resti dell’orso preistorico e della lince. E’ un risultato importante che fa parte di quel progetto che questa amministrazione sta portando avanti per la valorizzazione di questo sito di rarissima bellezza che deve essere assolutamente reso più vivibile e sfruttabile dai visitatori. Facciamo una media di 70 mila visitatori l’anno, contiamo di aumentare questi numeri“.

Toirano punta sul suo passato per guardare con più fiducia al futuro: “Toirano ha un passato storico che è sotto gli occhi di tutti. Abbiamo un centro storico medioevale di rara bellezza. E abbiamo poi le bellezze naturali di questo posto. Le Grotte sono il centro dello sviluppo turistico di questo paese“.

“Oggi – chiosa Elisabetta Starnini – abbiamo riaperto la Sala dei Misteri dopo 25 anni di chiusura al pubblico grazie al fatto che sono state trovate sia le risorse economiche sia la volontà congiunta tra Comune e Soprintendenza per rioffrire al pubblico questo bene culturale. Che è molto delicato, perché conserva vestigia di circa 12 mila anni fa che testimoniano l’ingresso dell’uomo preistorico in una zona molto profonda della caverna (prima che si chiudesse il famoso diaframma che l’ha sigillata fino agli anni ’50). Le tracce che ha lasciato sono costituite da palline di argilla lanciate contro la parete, tracce di carbone (anche sul piano di calpestio), segni di scorrimento di dita lungo le pareti e impronte di piedi. Le datazioni che sono state fatte fino ad oggi danno un’età di circa 12 mila anni avanti Cristo. I carboni analizzati all’epoca avevano restituito tracce di larice, che è una pianta, una conifera di montagna e di ambiente freddo. Oggi qui c’è un’altra vegetazione e quindi si capisce che si tratta di un’altra epoca, in cui l’uomo frequentava la Liguria e le sue caverne”.

Secondo alcune teorie, la Sala rappresentava una sorta di “aula” per mettere alla prova i giovani cacciatori. Una volta terminato il loro addestramento con gli adulti, i ragazzi entravano nella sala al buio e venivano letteralmente “bersagliati” con vere e proprie palle di argilla. Se ne uscivano indenni o dimostravano di avere il coraggio di affrontare la prova potevano essere considerati veri e propri cacciatori. Sulle pareti, come detto, sono visibili le tracce di queste sfere di argilla e segni di mani e addirittura graffi dell’orso delle caverne che abitava le Grotte di Toirano.

Le recenti modifiche alla Sala permetteranno di salvaguardare ancora a lungo questo tesoro, che è unico nel suo genere: “Questa trasformazione dell’impianto di luminotecnica da luce alogena a luce a led consente di poterle rendere visibili e illuminate con garanzie di conservazione che all’epoca della chiusura non erano più garantite, dato che c’erano vecchie luci che facevano proliferare dei microorganismi come muschi e alghe che stavano compromettendo con patine nere le pareti della Sala, rendendo rischiosa la conservazione di queste tracce”.

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