Verso la sentenza

Rapina alla parafarmacia “Essere & Benessere”: chiesti 7 anni e 6 mesi per Errante

L'accusa non ha dubbi: "ll bandito era Errante", ma la difesa replica contestando le prove: "Quel giubbotto è comune, poteva averlo chiunque"

fabio errante rapinatore

Savona. Sette anni e sei mesi di reclusione e 2500 euro di multa. E’ la condanna richiesta questa mattina dal pm Chiara Maria Paolucci per Fabio Errante che è a giudizio con l’accusa di essere l’autore della rapina del 19 novembre 2013 alla parafarmacia “Essere e Benessere” di corso Tardy e Benech.

Al termine della discussione il Collegio del tribunale di Savona ha rinviato il processo al prossimo 29 aprile per le repliche e la sentenza. Errante, difeso dagli avvocati Daniela Giaccardi e Simona Saracino, ha sempre respinto ogni accusa. All’inizio gli erano state contestate altre tre rapine (quelle al bar Coky di via XX Settembre e quelle alle tabaccherie di via Torino e via Nostra Signora degli Angeli), ma già il tribunale del Riesame aveva avanzato dubbi sulla paternità di quei colpi.

Le prove a carico di Errante per l’assalto alla parafarmacia, come sottolineato questa mattina dal pm Paolucci nella sua requisitoria, erano invece state ritenute dagli inquirenti solide. Secondo l’accusa infatti ad incastrarlo ci sarebbero le riprese delle telecamere di videosorveglianza del negozio, il riconoscimento da parte della commessa, il fatto che il bandito sia scappato in sella ad uno scooter Kymco che ha un taglio sul sellino come il motorino di cui è proprietario Errante, ma anche la corrispondenza tra il giubbotto del rapinatore (scuro con inserti arancioni chiari) e quello sequestrato a casa del sospettato. Infine per il pm Paolucci anche la pistola “scacciacani” ritrovata in un secondo momento dagli inquirenti, grazie ad un’intercettazione telefonica, nel parcheggio del condominio di residenza di Errante, nascosta dentro un mobiletto, sarebbe compatibile con l’arma usata dal bandito.

Tesi accusatorie che sono state smontate dall’avvocato Giaccardi nella sua arringa: “Il riconoscimento fotografico non è stato fatto nella maniera corretta perché nelle immagine mostrate alla commessa c’era soltanto una persona con il naso pronunciato come quello di Errante”. La difesa ha sollevato anche dubbi sul giubbotto (“è molto comune”), ma anche sul taglio sulla sella del motorino (“dalle immagini della telecamera non si vede bene visto che il conducente lo copre”).

Infine l’avvocato Giaccardi ha sottolineato un altro particolare: “Nel filmato della telecamera si vede il rapinatore impugnare l’arma con la sinistra e poi prendere i soldi dalla cassa con la destra. Ma Errante non è mancino quindi perché avrebbe dovuto tenerla a sinistra? E in più nei giorni della rapina il mio assistito indossava un tutore sulla mano destra per un problema al metacarpo, ma la farmacista non ricorda di aver notato nessuna fasciatura. Inoltre la pistola era avvolta con del nastro adesivo, ma la testimone nel descriverla non ne ha parlato”. Elementi che, secondo la difesa, proverebbero l’estraneità di Errante rispetto alle contestazioni della Procura.

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