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Nessun savonese nel listino di Toti, Melgrati replica a Miceli: “Incredibile che parli dopo aver fatto finta di volerlo abolire”

melgrati

Regione.E’ veramente incredibile che Miceli commenti il listino altrui. Dovrebbe avere il buon gusto di tacere dopo le farse di fine legislatura tese a non abolire il listino, facendo finta di volerlo fare. E se a questo si aggiunge la vergognosa legge che ha portato da sei a sette gli assessori (che forse Miceli era interessato?), che potranno essere tutti esterni, da aggiungere ai sei del listino, per un totale di tredici nominati, la cosa è ancora più scandalosa, vista la responsabilità del Pd”.

Non si è fatta attendere la replica del capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale Marco Melgrati alle dichiarazioni di Nino Miceli, che ieri aveva ironizzato sull’assenza di savonesi nel listino a sostegno della candidatura di Giovanni Toti a presidente della Regione.

Niente big e neanche un savonese nel listino di Forza Italia, infarcito di seconde linee e illustri sconosciuti – ha scritto ieri Miceli sul suo profilo Facebook – I big scappano, nessuno di quelli che contano vuole mettere la faccia su una sconfitta sicura. Vaccarezza e Melgrati non pervenuti, considerati così poco dal loro stesso partito da non avere neanche la forza di imporre qualcuno dei loro fedelissimi. Per Forza Italia dunque savonesi buoni per votare, ma i ruoli importanti li assegnano ad altri. E la provincia di Savona rimane a guardare”.

“Il posto che era destinato ad un savonese – replica oggi Melgrati – è dovuto sparire perché due formazioni politiche che fanno parte del centro-destra a pieno titolo hanno scelto di appoggiare la candidatura di Toti. Si tratta di Fratelli d’Italia e di Area Popolare. Capisco che a Miceli sia preoccupato, visti i sondaggi che danno la suo ‘mentore’ Paita in caduta libera, con Toti e il centrodestra che avanza, e Pastorino che gli erode consensi a sinistra. E allora Miceli si innervosisce e prova ad attaccare. Comincia a vedersi disoccupato e questo è un problema, per lui che vive solo di politica come molti dirigenti del Pd”.

Poi, facendo le pulci agli avversarsi, Melgrati aggiunge: “Se vogliamo poi discutere della savonese nel listino del Pd, non possiamo evitare di parlare di quella Fulvia Veirana sindacalista di Savona alla guida della camera del lavoro Cgil da due anni succeduta al marito Rossello il quale con un avvicendamento tutto in famiglia, le ha lasciato il posto in eredità (anche qui non senza maliziosi commenti della stampa) per trasferirsi alla Cgil di Genova; praticamente un regime tutto casa e sindacato. Quello stesso marito, Francesco Rossello della Cgil di Genova, che scrive sul suo profilo Facebook che vuole un sindacato autonomo dai partiti. Bravo. Inizia a dire a tua moglie di rinunciare al comodo posto nel listino regionale. Fulvia Veirana, quella che correva scalza per omaggiare Renzi a Villanova. Per chi non ricordi il nome di questa Fulvia Veirana, ex iscritta al Pci prima di riparare nel sindacato ‘rosso’, basta ricordare appunto l’episodio della visita del presidente del consiglio Matteo Renzi alla Piaggio di Villanova d’Albenga del novembre scorso, dove la nostra ‘pasionaria’ di sinistra lo rincorse scalza per poterlo incontrare sulle piste dell’aeroporto suscitando non pochi ironici e coloriti commenti di stampa”.

“Tanto per rinfrescare la memoria, la stessa Fulvia Veirana della funzione pubblica Cgil che nel dicembre 2010 siglava accordi sindacali propedeutici al progetto di esternalizzazione della chirurgia protesica per il recupero fughe sanitarie devolvendo sanità pubblica ai privati messi poi in atto a cura di Burlando Montaldo & Kompagni, ora oggetto di indagine della Magistratura. La stessa Fulvia Veirana che si poneva recentemente dalla parte dell’azienda Tirreno Power per la tutela dei posti di lavoro, dichiarando (contestatissima da chi invece vorrebbe veder anteposta la tutela della salute collettiva agli interessi dell’azienda) improbabili dati circa le emissioni della centrale. Il suo arruolamento nel famigerato listino che dovrebbe fare a pugni con i metodi trasparenti ed elettivi ai quali un sindacalista dovrebbe tenere, in teoria”.

Poi, tornando a guardare in casa propria: “Credo invece che i quattro candidati in lista per Forza Italia, divisi per aree territoriali, ben rappresentino le istanze dei savonesi. E non è che un consigliere, perché di Alassio o di Celle Ligure, non debba occuparsi degli interessi della città di Savona. Forse questa è la filosofia che ha ispirato Miceli, e lo abbiamo visto con le deprecabili scelte Sue e del partito in questi anni a danno del Santa Corona e dell’ospedale di Albenga, scelte dettate dal politicburo di Genova e avvallate con forza da Miceli. Ma in Forza Italia noi siamo diversi”.

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