Lotta sindacale

“La Festa non si Vende”, Filcams Cgil contro le aperture a Pasqua e Pasquetta

cristiano ghiglia

Provincia. “La Festa non si vende”: a tre anni da dall’introduzione delle liberalizzazioni delle aperture domenicali e festive nel Commercio da parte del Governo Monti, La Filcams Cgil rilancia la propria “battaglia”.

Secondo il sindacato la motivazione della riforma, il rilancio dei consumi e l’incremento dei posti di lavoro, non ha trovato un riscontro positivo: “La posizione contraria della Filcams è rimasta invariata, visto che, come da sempre ipotizzato dal sindacato, le liberalizzazioni non hanno risolto i mali del paese – scrive Cristiano Ghiglia – Allo stesso tempo però, le aperture festive di centri commerciali e supermercati è ormai una consuetudine apprezzata dagli italiani, che confondono questi luoghi con spazi sociali di ritrovo, ormai assenti  spesso nelle centri cittadini”.

“Intanto a pagarne le conseguenze sono le lavoratrici ed i lavoratori, costretti a rinunciare ormai ad ogni tipo di festività civile e religiosa a causa di turni di lavoro sempre più serrati – prosegue il sindacalista – Il problema non è semplicemente essere favorevoli o contrari al lavoro festivo e domenicale, ma contrari ad uno sviluppo insostenibile del commercio. Le conseguenze negative delle liberalizzazioni sono su più fronti: i piccoli commercianti non reggono i costi di gestione di 365 giorni di apertura con il conseguente impoverimento dell’offerta commerciale nei centri abitati e in particolare dei centri storici che si stanno letteralmente svuotando; le festività laiche e religiose si stanno impoverendo del loro significato originario riducendosi a semplici giorni di consumismo. E chi lavora nel settore peggiora evidentemente le proprie condizioni di vita”.

È per questo che la Filcams Cgil rilancia la campagna la Festa Non Si Vende per la regolamentazione delle aperture domenicali e festive nel commercio. “L’intento – spiega Cristiano Ghiglia – è quello di denunciare il peggioramento delle condizioni di lavoro e dimostrare il fallimento del decreto Salva Italia; ma allo stesso tempo elaborare una politica contrattuale adeguata e cercare di implementare a livello territoriale alleanze con forze politiche e associative che sostengono uno sviluppo sostenibile del commercio”.

L’auspicio, prosegue Ghiglia, è quello di avere una legge che riconsegni alle istituzioni locali la possibilità di regolamentare le aperture attraverso il confronto con le associazioni di rappresentanza: “La proposta di legge elaborata dalla commissione attività produttive, anche se restituisce un ruolo ai comuni e alle regioni e limita le aperture festive, non soddisfa le nostre richieste perché non è vincolante per le imprese che restano libere di aprire quando vogliono. La proposta, comunque, è già stata approvata alla Camera, ma giace in Senato ormai da mesi: e intanto proseguono proteste e volantinaggi delle lavoratrici e dei lavoratori a livello territoriale”.

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