A giudizio

Incidente mortale all’Italiana Coke: in aula sfilano nuovi testimoni

Secondo un lavoratore "gli spazi di manovra e transito dello stabilimento non erano più tanto adeguati alle macchine utilizzate"

Savona. E’ ripreso con l’audizione di alcuni lavoratori dell’Italiana Coke il processo per la morte di Santino Barberis, l’operaio di 61 anni schiacciato da una pala meccanica il 14 settembre del 2011 all’interno dello stabilimento di Bragno. Dopo le testimonianze dei tecnici dello Psal delle scorse udienze, questa mattina in aula è toccato ai dipendenti dell’impianto valbormidese ricostruire le modalità operative con le quali si operava nel reparto dove avvenne l’incidente.

Quel giorno quindi, secondo quanto ipotizzato dalla Procura, il collega che lo ha investito non aveva visto Santino Barberis. Il processo dovrà chiarire se il tragico incidente poteva essere evitato in qualche modo ed in particolare se tutte le normative in tema di sicurezza sul lavoro siano state rispettate.

Secondo la tesi degli inquirenti quel tipo di mezzo non si sarebbe dovuto muovere in un ambiente con quelle caratteristiche come aveva rilevato uno dei tecnici Psal alla scorsa udienza: “E’ un’ambiente critico perché ci passano altri mezzi e c’è rumore. Sulla pala non c’era un avvisatore acustico, ma perché quel tipo di mezzo deve operare in una zona libera”.

Tesi confermata, di fatto, anche stamattina da uno dei lavoratori che ha dichiarato che “gli spazi di manovra e transito dello stabilimento non erano più tanto adeguati alle macchine utilizzate”.

A giudizio ci sono nove persone: Augusto Ascheri, presidente del consiglio d’ammnistrazione di Italiana Coke; Claudio Giromini, loanese e direttore stabilimento Bragno; Giancarlo Bruni, responsabile per la sicurezza sul lavoro di Italiana Coke (tutti e tre difesi dall’avvocato Fausto Mazzitelli); Giampaolo e Alfio Bagnasco della ditta Emi (assistiti dagli avvocati Amedeo Caratti e Massimo Badella), in qualità di datori di lavoro deleganti dell’operaio; Marco Prestipino, dirigente della Emi; Flavio Ferraro, direttore tecnico della Emi; Ferruccio Boveri e Renato Ginola, rispettivamente presidente del cda e direttore tecnico della Simic, l’azienda per la quale lavorava Barberis.

Tutti gli imputati devono rispondere in concorso dell’accusa di omicidio colposo, in relazione alla violazione delle norme di sicurezza sul lavoro. Santino Barberis, vice capocantiere della Simic, fu fatalmente schiacciato dalla pala meccanica manovrata da un collega dipendente di un’altra azienda appaltatrice, la Emi di Cengio. Il processo riprenderà il prossimo 18 giugno con l’audizione di altri testimoni.

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