Operazione "caporali"

False assunzioni e lavoro in nero, chiusa indagine della Finanza: 18 denunce e 13 richieste di rinvio a giudizio fotogallery

Favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e truffa: conclusa l'indagine della Finanza

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La Guardia di Finanza di Albenga ha notificato la richiesta di rinvio a giudizio emessa dalla Procura della Repubblica di Savona nei confronti di 13 persone tra cui alcuni imprenditori agricoli accusati di aver ricevuto “mazzette” per assumere fittiziamente lavoratori dipendenti stranieri, i quali riuscivano in tal modo ad ottenere il permesso di soggiorno o a maturare i requisiti necessari per accedere alle indennità di disoccupazione.

Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica di Savona, Chiara Venturi, avevano portato già a maggio del 2014 ad una vasta operazione nella quale oltre cinquanta finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Savona avevano eseguito perquisizioni presso le abitazioni e le aziende agricole di decine di imprenditori della piana di Albenga.

Il blitz della Finanza era scaturito a seguito di un’ampia attività svolta dalla Compagnia di Albenga, che aveva passato al setaccio la posizione di numerose aziende agricole, al fine di rilevare irregolarità nelle procedure di assunzione ed impiego del personale dipendente. Dopo l’operazione di maggio, le Fiamme Gialle di Albenga hanno identificato oltre 90 braccianti impiegati nei campi ingauni, esaminato copiosa documentazione contabile ed extracontabile sottoposta a sequestro e sentito decine di testimoni.

Un secondo filone d’indagine ha consentito di smantellare un altro sodalizio criminale operante nell’alassino che simulava l’assunzione di badanti, operai edili e venditori ambulanti, ai quali venivano chieste somme di denaro superiori a 8.000 euro ciascuno. Il sistema di assunzioni fittizie scoperto dai finanzieri era radicato e diffuso su tutto il territorio della riviera di ponente e si avvaleva del ruolo strategico di alcuni intermediari (c.d. “caporali”), i quali, dietro compenso, avevano il compito di “reclutare” i lavoratori nei Paesi d’origine.

Il business del sodalizio ruotava attorno a diversi ambiti illeciti: in alcuni casi era funzionale a favorire l’immigrazione clandestina poiché, grazie a finti contratti di lavoro, i cittadini stranieri ottenevano la regolarizzazione delle pratiche di soggiorno; in altri casi i “veri” lavoratori beneficiavano dell’indennità di disoccupazione pur continuando a svolgere “in nero” l‘attività di braccianti agricoli; taluni, al contrario, pur risultando regolarmente assunti non lavoravano affatto, riuscendo comunque a maturare “sulla carta” il numero di giornate lavorative necessarie per ottenere l’indennità di disoccupazione.

L’operazione delle Fiamme Gialle di Albenga ha consentito di denunciare all’Autorità Giudiziaria diciotto persone per reati di favoreggiamento all’immigrazione clandestina e truffa aggravata ai danni dell’Inps, per tredici delle quali, allo stato, la Procura della Repubblica di Savona ha avanzato la richiesta di rinvio a giudizio.

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