Lettera al direttore

Politica

Fabio Lucchini commenta le “Spese pazze in Regione”

La rovina nell’ultimo ventennio delle ideologie forti e dei partiti tradizionali, ha determinato in tutta Europa uno dei rari momenti nella storia in cui la morale della gente comune ha finito per prevalere sull’immoralità dei governanti: ha resa cioè viva nella coscienza sana della società (a fortuna, rimasta maggioranza) la necessità d’un trapasso, a dirla con Max Weber, dall’etica delle “buone intenzioni” all’etica delle “responsabilità”; in parole povere, l’esigenza per tutti di incominciare a trascurare i valori ideologici del “ predicare bene ” per concentrarsi sui risultati pragmatici del “ razzolare ”.

Ma in Regione, questa trasformazione è purtroppo molto di là da venire, forse perché la vergogna non sanno manco ancora cosa sia, non essendo fisiologicamente (quello della vergogna) un muscolo volontario ! Con questi stipendi e con questi rimborsi non erano soddisfatti e ancora abusavano del denaro dei cittadini per pagare “spese pazz”, ingiustificate, e di più, per non rendere tracciabili i rimborsi, avevano studiato la soluzione: in alcuni casi, le spese sono state rimborsate ai consiglieri in contanti e questo accadeva anche nel Pd, quelli della tanto vantata ” questione morale “una, è evidente, solo presunta, certo pretestuosa e autoreferenziale “superiorità morale”.

Scopriamo in aggiunta a tutto ciò che, per chi non verrà rieletto il prossimo 31 maggio, giorno in cui è prevista la consultazione elettorale regionale, c’è pure la “buonuscita” con un gettone da 80 mila euro a persona, ma quello che è ancor peggio è che coloro tra i rinviati a giudizio che il Tribunale riconoscerà colpevoli in via definitiva o sceglieranno di “patteggiare” i reati ascritti, potranno comunque godere, quando andranno in pensione, d’un vitalizio mensile di alcune migliaia di euro vita natural durante, pur avendo fatto scempio del denaro pubblico: questo è il tripudio finale della follia della pubblica amministrazione a tutela di quanti sicuramente hanno perso ogni speranza d’essere confermati alle prossime consultazioni perché pesantemente compromessi, data l’acclarata loro incapacità ad amministrare la cosa “pubblica” come “buoni e oculati padri di famiglia”, come recita da sempre lo spirito d’ogni ordinamento democratico.

E, ciliegina sulla torta di questo andazzo nello sperpero di pubblico denaro: non c’è manco più il Coreco (sic!) a controllare gli atti e le delibere della pubblica amministrazione.

 

Fabio Lucchini

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