In cella per molestie sessuali

“Don Lu” dal carcere “nel sistema giuridico c’è un certificato di infallibilità a priori”

Il parroco arrestato e condannato: "A suo tempo però si alzeranno alcuni “veli” e ci sarà sicuramente la possibilità per confrontarci insieme"

Don Luciano Massaferro arresto

Alassio. “Purtroppo quando in un sistema giuridico non si ha il diritto di confrontarsi con chi emette accuse (non provate) e al contempo si garantisce il certificato di infallibilità “a priori” a qualcuno solo perché così si fa prima a celebrare un processo, non ci si può certo aspettare di vedere qualcosa di “normale””. Lo scrive don Luciano Massaferro, parroco di Alassio che sta scontando in carcere a La Spezia una condanna definitiva a sette anni e otto mesi di reclusione per molestie sessuali nei confronti di una chierichetta.

Lo scrive nella sua ottantottesima lettera spedita dal penitenziario spezzino ad oltre “1900 giorni di ingiusta detenzione” come sottolinea il sacerdote. E in quella stessa lettera aperta “don Lu” ricorda anche gli amici. “Talvolta mi domando anche come avrei potuto affrontare questo impervio cammino senza una comunità parrocchiale vicina e tantissimi amici pronti a condividere la situazione avversa (già la sera dell’arresto, fuori dal carcere di Chiavari, c’era chi pregava); certe esperienze sono umanamente vivibili soltanto se partecipate dagli altri, condivise con trasparenza in tutta la loro concretezza – scrive – Nel mio pellegrinaggio da un carcere all’altro ho potuto incontrate tante persone sole, sconfortate, questo perché alla base di tutto c’era stato un trauma dovuto ad un abbandono affettivo, alla perdita di familiari ed amici, senza che esse potessero così contare su qualcuno con cui condividere il dolore”.

Don Luciano racconta anche altro di sé: “Ogni tanto lo sapete mi sono concesso (e mi concedo ancora) un poco di ilarità di fronte alle situazioni paradossali che incontro, anche per sdrammatizzare un po’ le cose, ma di certo l’unica vittoria a cui ambisco è la conversione del cuore di chi vive male, lontano dalla verità, dall’amore”.

Infine chiude la lettera con una riflessione: “A suo tempo però si alzeranno alcuni “veli” e ci sarà sicuramente la possibilità per confrontarci insieme, per adesso la priorità resta quella di attraversare quest’ultima parte del percorso di ingiusta espiazione- pena e conservare la pace del cuore a cui accennavo sopra.

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