La sentenza

Depuratore ingauno, il Tar respinge il ricorso di Acciona: legittimo l’annullamento dell’appalto

Il gruppo spagnolo si era aggiudicato il bando per il nuovo impianto

Depuratore

Ponente. Il Tar della Liguria ha respinto il ricorso amministrativo presentato dal gruppo Acciona Agua S.A., una delle principali aziende internazionali per lo sviluppo e la gestione di infrastrutture, servizi e energia, che si era aggiudicata l’appalto per la realizzazione del nuovo depuratore ingauno previsto a Villanova d’Albenga. Il Tribunale amministrativo regionale ha emesso l’attesa sentenza dalla quale dipendeva il futuro della depurazione nel ponente savonese, con i comuni dell’albenganese ormai in procinto di collegarsi al depuratore consortile di Borghetto Santo Spirito.

Acciona, socio di Enel e e quotata alla Borsa di Madrid, era capofila dell’ATI (Associazione Temporanea di Impresa) che vede dentro anche l’impresso “Rosso Costruzione” di Torino. Il gruppo spagnolo aveva presentato ricorso contro il provvedimento di stop all’appalto sul nuovo impianto di depurazione, accantonato dopo la presentazione del bando di gara e con la società Depuratore Ingauno srl messa ormai in liquidazione dalla Provincia di Savona. Acciona aveva chiesto in caso di mancata realizzazione dell’opera un cospicuo risarcimento danni, negato dalla decisione del Tar ligure.

Due le motivazioni sostanziali che hanno spinto il Tar ha respingere il ricorso amministrativo dell’azienda spagnola: la prima riguarda direttamente un principio di inammissibilità della richiesta che è stata presentata tardivamente rispetto alle tempistiche previste, la seconda è più tecnica ed è legato al bando di gara, ovvero che entro 180 giorni dall’aggiudicazione dell’appalto doveva essere firmata la convenzione finale con tutti gli enti coinvolti per il via libera definitivo dell’opera, una convenzione che non è stata più sottoscritta con la volontà di revocare la procedura in atto per il nuovo depuratore.

La sentenza rappresenta un sospiro si sollievo per i comuni e gli enti coinvolti, mettendo al riparo da un lato l’attuale progetto di depurazione (con il collegamento a Borghetto) e dall’altro salvaguardando le casse comunali e non solo da una richiesta risarcitoria milionaria. Ora, studiando le carte e valutando bene le motivazioni della sentenza, Acciona potrebbe ancora ricorrere al Consiglio di Stato per chiedere l’annullamento della sentenza del Tar e veder riconosciuti i propri diritti sulla gara d’appalto per il depuratore ingauno.

Quella del gruppo spagnolo era stata l’unica offerta ricevuta dal bando di gara. 52 mln di euro il costo complessivo per la realizzazione del nuovo impianto, con tempi di costruzione previsti in tre anni e una concessione di gestione affidata alla Depuratore ingauno srl di 27 anni.

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