Professione onicotecnica

Centri per la ricostruzione delle unghie, Melgrati: “Serve una legge ad hoc anche in Liguria”

Il consigliere regionale forzista: “Il Lazio organizza un corso per ottenere un attesto che però non è riconosciuto dalle altre Regioni”

unghie

Regione. “Sono di moda nelle nostre città, se ne vedono aprire tutti i giorni, sono Nail-Center, ovvero i negozi dove si eseguono ricostruzioni artificiali delle unghie. Ma come aprono, hanno dei problemi”. E’ questa la denuncia del capogruppo di Forza Italia Marco Melgrati, che ha raccolto il grido di dolore di molte operatrici di un settore in rapida espansione.

L’allarme è arrivato a Melgrati dal coordinatore di Forza Italia di Vado Ligure Liana Pini Cionini: “Questo perché il problema è esploso nel savonese, con multe e sanzioni pesantissime e chiusure di attività a chi operava nel settore. Infatti per la Regione Liguria bisogna avere un diploma di estetista per gestire un negozio Nail-Center. Diversamente, nella regione Lazio esistono dei corsi Regionali, unica regione in tutta Italia. Nel Lazio i corsi Regionali sono disciplinati dalla Legge Regionale 23/92. Bisogna ricordare che ai sensi dell’art. 117 della Costituzione Italiana i corsi di formazione professionale sono organizzati dalle rispettive Regioni per il tramite di scuole Autorizzate con apposita Determina. Generalmente tutti i corsi di formazione professionale conseguiti presso istituti riconosciuti a livello Regionale hanno validità in tutta Italia e per alcune tipologie in tutta la Comunità Europea”.

“È doveroso, però, sottolineare che la Regione Lazio è stata la prima ad effettuare i corsi riconosciuti di ‘Ricostruzione Artificiale delle Unghie’ ingenerando, per tale motivo, controversie nel riconoscimento dell’attestato in alcuni Comuni italiani. Nel Lazio tale attestato è obbligatorio per l’apertura di un Nail-Center o comunque per poter esercitare la professione di ricostruzione artificiale delle unghie. Chi organizza i corsi nel Lazio, a chi proviene da altre Regioni italiane, al fine di evitare spiacevoli sorprese, prima di iscriversi al corso, viene consigliato vivamente di stampare dal sito una copia Fac-Simile dell’Attestato di Ricostruzione Unghie Riconosciuto dalla Regione Lazio e rivolgersi al proprio Comune/Provincia/Camera di Commercio per chiederne l’eventuale riconoscimento. Molte allieve iscritte a questi corsi provengono da diverse Regioni Italiane ed i loro Comuni riconoscono (a volte) tale attestato per la successiva apertura dei Nail-Center. Ma spesso capita che questo attestato non venga riconosciuto di qui la nascita dei problemi, per chi ha investito in una attività e si trova a non poterla gestire perché privo della qualifica di Estetista” spiega Melgrati.

“Sono state depositati, dal 2008 ad oggi, presso il Parlamento Italiano diversi Disegni di Legge volti a disciplinare a livello Nazionale la professione onicotecnica, analogamente a quanto già avviene nel Lazio, ma tempi dell’iter-legislativo per l’approvazione non sono definiti, cioè sono nel limbo. Nella Regione Lazio la a frequentazione del corso offre la possibilità, a seguito del superamento di un Esame Finale, di ricevere l’attesto regionale di frequenza senza il quale non si può operare nel settore della ricostruzione delle unghie. L’attività di Onicotecnica (intesa nel suo complesso) è considerata una fattispecie della più ampia attività di estetista; vuol dire che rientra nella disciplina della L.1/1990 e ciò significa che per svolgere l’attività di ricostruzione, applicazione e decorazione di unghie artificiali, si deve avere il diploma di estetista ottenibile mediante frequentazione di apposito corso specifico triennale (della durata di 1800 ore) e superamento dell’esame teorico-pratico. L’unica eccezione è appunto il Lazio. Di qui la sperequazione tra le varie regioni compresa la nostra”.

“Per questo – conclude il capogruppo di Forza Italia – la Giunta Regionale che uscirà dalle elezioni del 31 di maggio dovrà mettere mano ad una legge, sulla scorta di quella della Regione Lazio, che i tempi non ci hanno consentito di presentare, che sani questo gap e consenta, con un corso di formazione della durata di 200/400 ore diviso tra parte teorica e di una parte di Laboratorio di sanare questa assurda situazione”.

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