Nuovo corso

Albenga, la “nuova era” di Borghetti e il caso di don Marsano

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Albenga. Che il “commissariamento” della diocesi di Albenga, con l’arrivo del vescovo coadiutore Guglielmo Borghetti ad affiancare il vescovo Mario Oliveri, sia dovuto ai tanti casi spinosi che negli anni hanno avuto al centro la curia ingauna e diversi sacerdoti dalle abitudini giudicate troppo spregiudicate è noto. Tra questi “casi” c’è quello di don Sandro Marsano, sacerdote della diocesi di Albenga e Imperia finito nei guai un paio di anni fa proprio per la vicenda dei libri scomparsi dalla biblioteca dei Girolamini di Napoli.

Ex parroco di Dolcedo, a Imperia, don Marsato era arrivato a Napoli nel 2009 come prevosto della Congregazione dell’Oratorio di San Filippo Neri. Dopo tre anni ha ottenuto la nomina a conservatore della biblioteca, che sorge appunto all’interno dell’oratorio. Secondo quanto accertato, durante la direzione di Marino Massimo De Caro (del quale fu conservatore) dalla biblioteca sarebbero spariti oltre duemila libri. Stando agli accertamenti a far sparire i volumi sarebbe stato De Caro, che per questo è già stato condannato a 7 anni di reclusione in primo e secondo grado, ma per l’accusa (e la confessione dello stesso De Caro) don Marsano non sarebbe affatto stato all’oscuro della vicenda. Tanto da finire in manette a gennaio di due anni fa per concorso in peculato.

Marsano finì ai domiciliari in un convento di Albenga. La corte dei conti lo condannò (con De Caro) a un risarcimento per 19 milioni di euro. Sul piano ecclesiastico per lui non c’è stato alcun provvedimento. Tanto che a aprile dell’anno scorso risiede nel seminario di Albenga e collabora come segretario del vescovo Oliveri.

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