Tre uomini e una capra

Striscione Giro ad Albenga, Ciangherotti spara: “Penso alle capre…”, Tomatis replica: “E’ solo un dentista”

Il consigliere comunale allude: "Non dico che il sindaco sia una capra...", il vicesindaco risponde: "Il suo è ostruzionismo, e fa male ai cittadini"

Albenga. E’ un breve video, non un film, ma potrebbe comunque intitolarsi “Non è un paese per capre”. E a girarlo è stato Eraldo Ciangherotti, che nella metafora cinematografica sarebbe “L’uomo che fissa le capre”. E’ il video che sta facendo discutere Albenga, nel quale il consigliere comunale di minoranza interviene ancora una volta a gamba tesa su Giorgio Cangiano e la sua squadra. “Non dico che il sindaco e il vice siano delle capre…”: non lo dice, ma l’allusione è evidente. “Parla di cose che non sa, in fondo di lavoro fa il dentista”, è la risposta di Tomatis. E il film diretto da Ciangherotti prosegue.

Andiamo con ordine. Galeotto, questa volta, lo striscione sul Giro d’Italia fatto apporre dal Comune sulla torre e sull’ex ospedale. Una polemica che il consigliere forzista porta avanti da qualche giorno: sotto accusa il fatto che si tratti di beni vincolati. Ma alle critiche dell’ex assessore ai servizi sociali la risposta di Cangiano è stata semplice: “Ci ha autorizzato la Soprintendenza”.

E proprio su quell’autorizzazione si concentra il nuovo attacco di Ciangherotti, giunto addirittura con un video in “stile Striscia” nel quale il forzista ricostruisce tempi e modi dell’autorizzazione. Troppo veloce, a suo dire, la risposta della Soprintendenza rispetto alla media (solo 16 giorni complessivi dalla richiesta alla concessione), troppo grandi i tasselli usati per fissare gli striscioni (sono 16, di oltre 15 cm di lunghezza per 2 di diametro). E un iniziale “useremo quelli vecchi” messo da parte troppo in fretta.

“Ditemi voi – prosegue, un po’ Luca Abete e un po’ Giuliacci – se, nel centro storico, c’è un commerciante che abbia fatto domanda alla Soprintendenza per l’autorizzazione ad appendere una qualunque targa pubblicitaria sulla facciata esterna del proprio esercizio (quasi dappertutto immobili vincolati) e abbia ottenuto il nullaosta in 16 giorni, senza approfondite specifiche del materiale utilizzato per l’affissione della targa con opportune integrazioni del progetto”.

“E tutto questo per la ‘vanità’ di un branco di capre”, si conclude il post. Apriti cielo. Il video è anche più duro: “Non dico che siano delle capre – sostiene Ciangherotti – ma guardando come hanno ridotto l’ospedale e la torre non mi viene in mente altro che un branco di capre”.

Un’uscita che ricorda il “Capre! Capre!” di sgarbiana memoria, a cui replica il vicesindaco Riccardo Tomatis. Ed è una replica magari meno pittoresca, ma almeno altrettanto dura. “Noi ci siamo affidati alla soprintendenza, che lo ha ritenuto fattibile. E per decidere hanno sicuramente più strumenti di Ciangherotti, che di lavoro fa il dentista. Non penso si possa sindacare se fa bene o male il suo lavoro senza averne i mezzi…”.

E quei tasselli incriminati? “Noi avevamo pensato si potessero usare quelli vecchi – spiega il vicesindaco – poi dopo il sopralluogo abbiamo capito che non era fattibile e quindi abbiamo fatto un’ulteriore richiesta. Credo si tratti di un percorso limpido”. E i tempi rapidi non devono stupire: “E’ chiaro che, essendoci delle scadenze precise, abbiamo fatto delle richieste urgenti”. Sintomo di efficienza, dunque, e non di favoritismo, precisa.

Ma il punto, conclude Tomatis, non è lo striscione, bensì un malessere ben più profondo: “E’ inutile, qualsiasi cosa noi facciamo e faremo lui troverà sempre il modo di fare polemica. Ma questa non è opposizione, è ostruzionismo: e fa male ai cittadini, perché non è costruttivo, e noi perdiamo metà del nostro tempo a rispondere a queste sciocchezze quando avremmo tanto da fare”.

Il film, per ora, si chiude qui, in attesa di sapere se il “regista” Ciangherotti lancerà un sequel. La trama sarebbe anche pronta: “Un giorno due capre vanno dal dentista…”.

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