Savona. “La nostra speranza è quella di poter riavere il nostro lavoro”. Una richiesta per certi versi molto semplice, ma per altri virtualmente insormontabile: è quella dei lavoratori del Fotia Group, questa mattina in presidio davanti alla Prefettura di Savona per chiedere, ancora una volta, di “fare presto” e salvarli dal baratro della disoccupazione.
Il problema, in questo caso, non è la crisi né la cassa integrazione, ma il sequestro dei beni del Fotia Group: un provvedimento che ha costretto allo stop i mezzi, e conseguentemente i cantieri. Il lavoro ci sarebbe anche: “Ma siamo fermi, e tutti quanti abbiamo chi un mutuo, chi un affitto, chi una famiglia da portare avanti – spiegano i lavoratori – Il problema è che non ci hanno dato un tempo, potremmo ripartire tra due giorni o sei mesi: e noi nel frattempo cosa facciamo?“.
Anche perché più passa il tempo più il rischio è quello di perdere i cantieri: “Alcuni sono già persi, perché c’è chi si è già ritirato – è la triste conferma – E gli altri sono in attesa di nostre comunicazioni ma comunque pronti a sostituirci. Se finiscono i cantieri finiscono anche le nostre possibilità di lavorare anche se dovessimo ripartire”.
A peggiorare una situazione già difficile la notizia dell’arresto di Francesco Fotia per tentata estorsione. Uno sviluppo imprevisto che però non è in alcun modo collegato alla vicenda del sequestro: “Su questo non commentiamo – tagliano corto i lavoratori – sono due situazioni separate. Noi siamo qui per chiedere lavoro e nient’altro”.
In mattinata è arrivata la proposta di Christian Abbondanza, presidente della Casa della Legalità, secondo il quale i lavoratori di aziende sequestrate per motivi legati alla mafia andrebbero ricollocati nelle imprese che subentrano negli appalti: “Ha detto una cosa giusta – è la risposta dei dipendenti del Fotia Group – come tutti coloro che tutelano i lavoratori. Vedremo se qualcuno si muoverà e ci porterà un risultato, facendoci riottenere uno stipendio a fine mese”.
Anche perché nel frattempo, tra parole, notizie e proposte, in mezzo ci sono loro, con le spese più comuni da pagare tutti i mesi. Come fare? “Non pagheremo l’affitto – è la provocazione – Come hanno congelato tutti i beni dell’azienda congeleremo anche le rate dell’affitto e tutto il resto. Aspettiamo”.