Savona. Cresce la rabbia e la preoccupazione dei lavoratori delle aziende Scavo-ter e la P.D.F., finite sotto sequestro preventivo da parte del tribunale di Savona su richiesta della Dia di Genova. I mezzi sono bloccati, così come i lavori nei cantieri dove attualmente operano le ditte del gruppo Fotia.
Così l’autista Paolo Lavagnini: “La situazione è ferma da una settimana. Manca interesse per il nostro problema. Viviamo dello stipendio che prendiamo e non possiamo continuare così: abbiamo famiglia, con mutui e affitti da pagare… E ora non possiamo lavorare”.
Dice un altro dipendente: “Aumenta la tensione e siamo pronti a qualsiasi iniziativa, anche perchè questa fase di stand by è insopportabile…Vogliamo riaprire le aziende e poter continuare i lavori nei cantieri. Ora come facciamo? Senza stipendio non possiamo vivere e siamo pronti a battagliare per riavere il nostro lavoro”.
“Abbiamo già perso delle commesse e se non possiamo operare ci saranno altre rescissioni di contratti in essere, peggiorando ancora la nostra condizione e quelle delle aziende interessate. Ci sentiamo davvero in mezzo alla strada e se non ci consentiranno di tornare a usare i mezzi aziendali in tempi brevi ci troveremo di fronte ad una situazione drammatica” aggiunge ancora l’operaio Claudio Calcagno.
E quanto all’inchiesta giudiziaria: “Un conto è la critica, un conto sono i fatti. Da quello che ho visto i miei datori di lavoro sono sempre in azienda e in deposito, non hanno messo dirigenti o altre figure professionali alla guida delle aziende per farsi i cavoli loro. Sono qui, nei cantieri e il rapporto con loro è continuativo” conclude.