Savona. Lunedì scorso la Figsc di Savona ha rinnovato i quadri dirigenti. Il presidente è Enrico Rebagliati (Total/Erg Savona), il vice Ennio Piseddu (Esso Albenga). Consiglieri sono Mirko Ferro (Esso Savona), Massimiliano Cervetto (Esso Savona), Ii Ki Jong (Erg Savona). Segretario Simone Falco.
Con l’occasione il sindacato che tutela in provincia un terzo dei 120 distributori presenti sulle strade ed autostrade ha analizzato l’andamento economico della categoria confrontando i dati 2013 con i dati del 2014: nel 2013 erano presenti 128 impianti che erogavano circa 59 milioni di litri di benzina e circa 97 milioni di gasolio. Dai dati in possesso dell’associazione risulta che nel 2014 ci sono state circa una decina di chiusure di impianti e una contrazione dei consumi di oltre 4 milioni di litri in meno.
Oltre ai problemi legati al calo dei consumi, si esaminata la problematica legata alla sicurezza visto il continuo aumento della microcriminalità ed anche in questo senso è nata l’idea di utilizzare il sistema delle reti di impresa tra gli operatori per studiare un sistema informatico comune tra i punti vendita.
“Le compagnie petrolifere – fanno sapere dal sindacato – continuano a determinare il prezzo dei carburanti (differenziandolo anche tra impianto ed impianto) e il gestore è l’esecutore materiale di questo meccanismo al quale rimangono ben pochi centesimi al litro per la sua remunerazione indipendentemente dal prezzo imposto dalla compagnia. Questa politica delle compagnie petrolifere aggiunta alla crescita degli impianti self sta togliendo risorse umane al settore. Risorse che sono state e rimangono una garanzia di professionalità, impegno, competenza e disponibilità e servizio alla clientela, e che con il loro lavoro hanno garantito la presenza sul territorio e l’accrescimento dei risultati aziendali e motivo di eccellenza nei confronti degli automobilisti e degli autotrasportatori”.
Occorre riflettere: “Oggi ci si auspica un atto di riflessione profondo per far si che la nostra categoria non venga frantumata nell’ingranaggio di questa politica aziendale e dalla paura della crisi economica. Occorre trasmettere al consumatore l’idea che la stazione di servizio non è solo un semplice distributore di carburanti ma una presenza sul territorio”.