Finale Ligure. Una radicale riduzione dei volumi residenziali, precise garanzie economico-finanziarie e il recupero degli edifici storici al fine di consentire uno sviluppo turistico duraturo. Sono questi i tre capisaldi che secondo l’Associazione per la Salvaguardia del Finalese il Comune dovrebbe tenere presente nell’ambito della riconversione delle aree ex Piaggio.
“Nell’esame di quella che sarà la nuova pianificazione delle aree ex Piaggio di Finale – fanno sapere dall’associazione – è necessario da parte delle istituzioni procedere con grande responsabilità e particolare attenzione alle mutate esigenze e alla sostenibilità territoriale ed urbanistica dell’intervento nella consapevolezza che è passato quasi un decennio dalla approvazione dell’ormai superato Puc in base al quale è stato elaborato nel 2008 l’ultimo progetto (Puo) approvato, da tutti considerato eccessivo nei volumi e fortemente impattante. Tale Puo è poi abortito per il mutato scenario economico e per la rinuncia da parte dello stesso soggetto attuatore. Ora la quantificazione dei volumi da realizzare non potrà prescindere da una accurata ed attualizzata analisi fondativa che tenga conto dello sviluppo demografico, dei flussi turistici e migratori, delle evoluzioni economiche, delle mutate condizioni di mercato, in relazione alle caratteristiche del sito che da sempre ha assolto la funzione di area artigianale ed industriale e di cerniera per le infrastrutture viarie”.
In una sommaria valutazione consultabile sul sito salvaguardiadelfinalese.it, l’Associazione Salvaguardia ha stabilito quali siano i “capisaldi imprescindibili da tenere a riferimento per la riconversione delle aree ex Piaggio”: “Tra questi, in primo luogo, deve essere prevista una radicale riduzione dei volumi residenziali, considerato che l’accordo di programma del 2008 in base al quale è stato sviluppato il Puo approvato in molte delle sue previsioni (mantenimento livelli occupazionali, mantenimento stabilimento di Sestri Ponente), non è stato ottemperato e che la azienda aeronautica Piaggio è stata trasferita a Villanova d’Albenga senza che fosse necessario trarre risorse finanziarie dall’intervento edilizio delle aree finalesi ex Piaggio”.
Secondo: “Dovranno essere fornite (al contrario di quanto avvenuto in passato) precise indicazioni economico-finanziarie, non più in relazione alle esigenze di delocalizzazione di un’azienda che ormai si è trasferita, ma esclusivamente alla sostenibilità ed adeguatezza dell’intervento relativamente alle dinamiche, caratteristiche e limiti del sito. Se, come dichiarato recentemente alla stampa dal soggetto attuatore, vi sono richieste di utilizzo dei capannoni industriali come magazzini e depositi, è necessario valutare tale richiesta del mercato positivamente, per le aree a monte della ferrovia, sicuramente meno adatte alla destinazione abitativa e ricettiva e più idonee ad un utilizzo legato al terziario e ai servizi connessi alla logistica dei trasporti”.
“In terzo luogo – continua l’associazione – la progettazione, che si inserisce in un contesto unico come il Finalese, ricco di testimonianze storiche, culturali e paesistiche, al fine di consentire uno sviluppo turistico duraturo nel tempo dovrà essere orientato non verso la quantità, ma la qualità del nuovo tessuto urbano, con il recupero funzionale dell’hangar e degli edifici storici, attraverso un progetto di valenza europea che possa attrarre investitori e finanziamenti comunitari. Il nuovo quartiere che andrà a connettersi con l’antica Marina ed il nuovo insediamento della Ghigliazza dovrà essere frutto di una visione generale ed unitaria”.
C’è poi un altro fattore fondamentale: “Il processo decisionale dell’intervento dovrà essere sviluppato con la massima trasparenza attraverso un modello di edilizia partecipativa che coinvolga la cittadinanza finalese, evitando come nel passato l’imposizione di scelte che nulla hanno a che vedere con il contesto territoriale in cui vengono calate: si pensi al “progetto-astronave” di circa duecentomila metri cubi di seconde case in riva al mare contemplato dalla serie di varianti presentate e per fortuna non approvate”.
Anche in questo senso, “per facilitare la partecipazione dovrà essere riattivato l’Urban Center comunale, come in passato. L’associazione Salvaguardia, che ha dato l’avvio al recente dibattito con la presentazione, avvenuta nella assemblea aperta al pubblico che si è tenuta il 12 febbraio 2015 in sala Gallesio, delle nuove ipotesi progettuali tanto discusse, orientate su uno sviluppo verticale dei volumi mediante ‘torri’, provvederà ad indire una nuova assemblea al fine di raccogliere le opinioni dei soci e formare un indirizzo al riguardo”.
Intanto, in riferimento al vertice informale che si è tenuto ieri pomeriggio presso la sede del consiglio regionale con i responsabili del settore ambiente della Regione e alla quale avrebbe partecipato anche l’emissario dell’amministrazione comunale Lino Alonzo, il sindaco Ugo Frascherelli precisa: “Non c’era nessun emissario dell’amministrazione in Regione. Chiunque sia andato a parlare nelle stanze della Regione lo avrà fatto a titolo personale. Su Piaggio gli unici titolati a parlare sono il sottoscritto e la giunta comunale. E’ un argomento delicato e di fondamentale importanza per il nostro territorio e verrà trattato con la massima attenzione e riguardo.”