Allarme sociale

In provincia di Savona è boom di sfratti e aumentano le famiglie in crisi

Da qualche anno con la flessione delle domande di finanziamento rivolte all’acquisto della prima casa da parte di famiglie con poca disponibilità liquida, si è riacceso il mercato delle abitazioni in affitto di livello medio-basso

sfratti

Savona. E’ boom di sfratti nel Savonese: famiglie con persone anziane e anche disabili, single e disoccupati hanno perso la casa che avevano affittato e ora si trovano in difficoltà. I dati si riferiscono al 2013 ma sono da allarme rosso: due anni fa sono stati emessi 523 provvedimenti di sfratto con un incremento del 21,35% rispetto all’anno prima. Praticamente uno sfratto ogni 272 famiglie. A Savona sono stati 111 i provvedimenti di sfratto eseguiti:(86 per necessità del locatore, 13 per cessata locazione e 12 per morosità. In aumento anche le richieste di esecuzione di sfratto che sono state 586 che hanno superato il 61,43% rispetto al 2012. Gli sfratti eseguiti con l’intervento dell’ufficiale giudiziario sono stati 204 pari all’89% in più rispetto all’anno precedente.

Il rischio di avere un locatario che non paga è quindi sempre più drammatico e così capita di vedere appartamenti e monolocali con le persiane chiuse a Savona come ad Albisola, ad Alassio come Borghetto, Loano, Pietra Ligure e Finale. Pagare il canone quando il reddito traballa per via di un contratto di lavoro a termine non rinnovato, di una cassa integrazione o peggio ancora di un licenziamento, può diventare un incubo. Aumentano i ritardi e soprattutto il rischio di sfratto per morosità .
Così è stato: la recessione ha avuto un pesante risvolto immobiliare. Lo dimostra anche l’aumento di cause arrivate in tribunale. Nella media, e salvo casi eccezionali, i redditi di chi vive in affitto non sono elevati: il 65,9 per cento degli inquilini ha un reddito mensile  fino a 2.000, ma di questi circa il 30 per cento non arriva a 1.000 euro. Una riduzione anche parziale del reddito mette quindi a forte rischio le famiglie. Dal confronto tra l’evoluzione degli affitti di mercato e il reddito medio emerge un quadro impietoso soprattutto a Savona e Albenga.

Non stupisce, dunque, che la crisi abbia messo definitivamente al tappeto situazioni già  precarie. La stretta nell’erogazione dei mutui non ha poi che aggravato il quadro, soprattutto se si pensa che per le giovani coppie e per gli immigrati è diventato più difficile ottenere i finanziamenti immobiliare necessari per acquistare una casa.

Da qualche anno con la flessione delle domande di finanziamento rivolte all’acquisto della prima casa da parte di famiglie con poca disponibilità  liquida, si è riacceso il mercato delle abitazioni in affitto di livello medio-basso. In particolare, sono aumentate le richieste di case fra i 40 e i 70 metri quadri di superficie, situate nei quartieri periferici delle grandi città  e nei semicentri delle cittadine di provincia. Se da un lato, i redditi – per via della crisi – tendono a ridursi, dall’altro la domanda di appartamenti periferici di piccole dimensioni aumenta, ampliando dunque la fascia di rischio.

Da non sottovalutare poi la possibilità  che molte famiglie nell’impossibilità  di trovare casa con un affitto sostenibile siano costrette a soluzioni abitative d’emergenza come la coabitazione, magari nella casa dei genitori.

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